Discussione:
creazionismo, evoluzionismo
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bqanto
2003-09-17 20:12:25 UTC
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C'era una volta il creazionismo. Parliamo dei tempi precedenti a
Darwin, quando la risposta alla domanda: "com'è nato l'uomo? com'è
nata la Terra? com'è nato il mondo?" era solo una: la Bibbia, dove c'è
scritto che il mondo è stato creato così com'è da Dio, in sei giorni.
Poi venne Darwin, il quale scrisse ne "L'origine delle specie" che,
secondo le sue ricerche scientifiche, le specie non sono state create
così come le vediamo noi oggi, ma sono il frutto di una selezione
naturale a livello genetico. A dire il vero io il libro non l'ho
letto, cmq la tesi centrale del libro è che l'uomo deriva dalle
scimmie tramite selezione naturale di geni superiori, migliori.
Ovviamente la Chiesa respinse questa teoria evoluzionistica. Non so in
quale preciso momento storico, ma ipotizzo più o meno al Concilio
Vaticano II, cominciò a prendere piede tra i credenti una specie di
via di mezzo: l'evoluzionismo c'è stato, ma cmq Qualcuno ha creato
qualcosa, nel senso che il pulviscolo atmosferico che ha dato luogo al
big bang non può essersi creato da solo. Idem per quanto riguarda
l'uomo: discenderà pure dalle scimmie, tuttavia la scintilla divina,
la consapevolezza, l'anima, discendono da Dio. Questo è il
concordismo, cioè il modo di concordare evoluzionismo e creazionismo.
Negli ultimi decenni però negli ambienti scientifici americani
l'evoluzionismo viene messo in discussione. Secondo la versione
ufficiale, che s'impara a scuola, l'uomo discende sempre dalle
scimmie, ma negli ambienti accademici l'evoluzionismo è considerato da
una fetta della comunità scientifica una teoria obsoleta. Tutte le
prove dell'evoluzionismo sono state confutate, e si ritiene che sia
geneticamente impossibile la derivazione di una specie da un'altra.
Anche il più piccolo microbo ha una forma biologica troppo complessa
per poter essere casuale, ergo non è casuale ma intenzionale, ergo
esiste un progetto intelligente alla base del creato. Il che, per
dirla tutta, ci riconduce dritti dritti al creazionismo. C'è chi dice
che la vita e le specie siano state portate sulla terra da
un'intelligenza aliena, ma mi sembra che ciò non faccia altro che
spostare il problema dal nostro pianeta ad un altro. La mia personale
opinione, non scientifica ovviamente, è che non credo che Dio si sia
messo davvero a fare mucche e formiche (perchè in sei giorni poi?),
tuttavia mi sembra che un progetto intelligente dietro la creazione
sia innegabile: quindi sono giunta alla conclusione che noi, oggi, con
le nostre attuali conoscenze, non possiamo sapere come è nato il
mondo. Qualcuno conosce bene quest'argomento e ce ne può parlare?
Segnalo il libro: "L'uccellosauro ed altri animali. La catastrofe del
darwinismo", di Maurizio Blondet, Effedieffe, 10 euro.

--

Antonella
"E' possibile non commettere nessun
errore, e perdere lo stesso".
(Picard, TNG)

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Inviato via http://usenet.libero.it
e***@x-xclaudiopipitone.it
2003-09-20 14:19:06 UTC
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In data Wed, 17 Sep 2003 20:12:25 GMT, bqanto ha scritto sul newsgroup
Post by bqanto
C'era una volta il creazionismo. Parliamo dei tempi precedenti a
Darwin, quando la risposta alla domanda: "com'è nato l'uomo? com'è
nata la Terra? com'è nato il mondo?" era solo una: la Bibbia
Questo accade quando si rimane prigionieri della cultura monoteistica
oggi dominante in occidente, ma se riusciamo a guardare un po' piu' in
la', vediamo che non c'e' solo la Bibbia...;-)
Il problema esistenziale e' certo un punto cruciale della nostra
conoscenza, irrisolto e probabilmente irrisolvibile, a meno di
accettare posizioni religiose basate sulla fede incondizionata e
rinunciando quindi ad avvalerci della nostra facolta' della ragione.
In ogni caso ormai anche nella cultura occidentale monoteista le
ipotesi creazionista ed evoluzionista convivono abbastanza
pacificamente, dal momento che si ammette che l'una non esclude
pregiudizialmente l'altra.
L'Uomo, infatti, potrebbe benissimo essere stato creato in un momento
molto lontano nel tempo e poi essersi successivamente evoluto, come
d'altronde noi tutt'oggi constatiamo che continua ad evolversi al pari
della natura che ci circonda e dell'universo intero...;-)

Nell'intento di fare cosa gradita ai lettori del newsgroup, riporto
qui di seguito due capitoli del mio testo "Endogenesi": il nr. XX ed
il numero XIX°, nei quali ho cercato di rispondere in modo sintetico
alla domanda posta dal problema esistenziale.
Mentre il XX° capitolo prende in esame esclusivamente il punto di
vista del monoteismo occidentale, nel capitolo XIX° viene comparata la
rappresentazione dell'arcano della vita sia dal punto di vista della
tradizione occidentale del libro dei "Tarocchi" sia di quella
orientale a del libro dei mutamenti "I King".

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capitolo XX°

<Domanda> "....come risponde l'Endogenesi alla domanda che da sempre
l'Uomo si pone nei confronti del proprio problema esistenziale? Da
dove veniamo e dove andiamo ?"

<Risposta> Ovviamente non ci sono risposte razionali esaustive del
problema; quelle religioni che propongono la sua soluzione in modo
demiurgico ponendo, a monte di esso, l'esistenza di un Dio creatore ma
non creato, richiedono rigorosamente una fede incondizionata e non
servono a placare la sete di conoscenza, insita in ogni Uomo, che sta
all'origine del problema esistenziale.
Queste religioni, dal momento che sono basate sulla fede e non sulla
ragione, sono ben lungi dal dare una risposta comprensibile al
problema esistenziale, limitandosi a tagliare corto nel processo
causale a ritroso della ricerca delle nostre origini, processo che
accettano di percorrere solo fino ad un certo punto, secondo quanto
tramandato nei sacri testi alla base di ciascuna religione.
Queste religioni di fatto accettano, da un certo punto del processo in
poi, l'abiura alla ragione e la rinuncia a continuare il percorso a
ritroso delle proprie origini, nel momento in cui rinunciano a
rispondere e lasciano irrisolta quella cruciale domanda che si pone
sempre nello stesso modo: "E chi ha creato Dio?".
Questa domanda è sempre stata senza risposta!
La soluzione demiurgica non è quindi una soluzione comprensibile e non
placa l'eventuale desiderio di comprendere le nostre origini.

L'Endogenesi pur ammettendo quest'incapacità, intrinseca all'Uomo, a
risolvere il problema esistenziale in assoluto ed una volta per tutte,
pur mantenendomi aperto ad ogni soluzione quando essa possa essere
compresa anche razionalmente, non ricorrerei ad una soluzione di tipo
demiurgica e fideistica, ma proporrei un orientamento razionale
diverso verso cui dirigere la propria mente, un equilibrio fra ciò che
è razionalmente comprensibile nel merito della nostra esistenza e ciò
che, pur non essendo comprensibile, costituisce comunque un dato di
fatto innegabile e di cui è necessario prendere atto.
In questo senso mi propongo di dare un senso razionale alla nostra
esistenza e di rispondere per quanto possibile al problema
esistenziale, invitando a non orientare la mente verso un percorso
causale a ritroso nella ricerca delle nostre origini, dal momento che
noi attualmente non dobbiamo preoccuparci in modo imperativo e
necessitante della ragione della nostra nascita nè di quella dei
nostri progenitori (nulla possiamo infatti, retroattivamente, in
merito a questi fatti già avvenuti ed incontrovertibili) ma semmai
dovremmo meglio preoccuparci di dove stiamo andando, della nostra
sorte finale e della sorte finale dell'umanità più in generale…!

A questo proposito a me pare che una delle poche indiscutibili
certezze che l'Uomo possa ragionevolmente avere, forse a lungo termine
ma forse anche in temi più ravvicinati, sia che se l'Umanità non vuole
scomparire in un futuro più o meno lontano, dovrà essere in grado di
migrare dal pianeta terra, verso un altro pianeta che possa ospitare
una forma di vita compatibile con la biologia umana.
Si potrà forse anche discutere sul "come" e "quando" l'Uomo sia
comparso sulla terra e su di essa si sia evoluto (od involuto), ma mi
pare indiscutibile ed indubitabile che l'Umanità tutta intera perirà
sicuramente e con certezza, se non avrà saputo sviluppare il know-how
e la tecnologia necessaria a farla migrare dal pianeta terra, entro la
data in cui questo pianeta cesserà di esistere, vuoi per la morte
naturale del sistema solare con lo spegnimento spontaneo del sole,
vuoi per premorienza in tempi più ravvicinati, dovuta ad altri
fenomeni naturali, come ad esempio un impatto con corpi celesti di
dimensioni rilevanti in relazione alle dimensioni del pianeta terra.
In questo senso mi sento di esprimere la certezza che sicuramente
l'umanità si potrà salvare e potrà sopravvivere a se stessa solamente
migrando, attraverso un volo spaziale interstellare, sopra un altro
pianeta al di fuori di questo sistema solare ed in grado di ospitare
una forma di vita compatibile con la biologia umana!
Mi pare questa una ragionevole ed indiscutibile certezza, più o meno a
lungo termine, che dovrebbe dare un senso allo sforzo costante di
progresso scientifico e tecnologico che l'Uomo quotidianamente compie
per conoscere ed approfondire la conoscenza della realtà in cui è
immerso, che lo circonda e con cui interagisce.
Suggerirei quindi di orientare la nostra mente verso il nostro futuro
piuttosto che verso il nostro passato; non deve esservi una pretesa di
voler a tutti i costi spiegare le nostre origini, dal momento che
dovrebbe essere fuori di dubbio che l'Uomo, nascendo e morendo a
prescindere dalla sua volontà, non è in ogni caso artefice di se
stesso e della realtà che lo circonda.
Su questo fatto penso proprio che da un punto di vista razionale non
ci possano essere dubbi, sia nel caso l'Uomo abbia preso vita sulla
Terra casualmente sotto le forme di una vita biologica più elementare
di quella attuale e si sia poi evoluto da quelle forme di vita
inferiori fino all'attuale biologia e fisiologia (evoluzionismo
darwiniano), sia nel caso l'Uomo sia invece comparso sul pianeta terra
già formato come essere intelligente, risultato di una migrazione da
altre parti dell'Universo e dotato fin dall'inizio di un proprio
bagaglio di conoscenza, proveniente da una sua condizione di vita
precedente su un altro pianeta.
In quest'ultimo caso il mitico Adamo può forse anche rappresentare il
simbolo opposto all'evoluzionismo darwiniano, potendosi anche
intendere la comparsa dell'Uomo sul pianeta terra come il risultato
della migrazione sul nostro pianeta di una forma di vita intelligente
proveniente da altri mondi dell'Universo.

A me pare che le nostre religioni occidentali, in genere, pur non
esprimendosi in tal senso chiaramente, traggano comunque ispirazione
dall'ipotesi di tipo extraterrestre Top=>Down, simbolicamente
raffigurata da una vita intelligente trascendente e prescindente
l'esistenza del pianeta terra (il Dio assoluto preesistente e non
appartenente al mondo fisico terrestre) ed ipotizzino una caduta
improvvisa del know-how iniziale, probabilmente dovuta in questo caso
ad insormontate difficoltà nell'ambientazione con la natura del mondo
terrestre, l'adattamento al quale sarebbe avvenuto con brusche e
traumatiche modificazioni delle condizioni di vita preesistenti.
È quindi logico che man mano che si cercano delle testimonianze di
vita mediante un processo causale a ritroso nel tempo, si trovi
traccia, nella tradizione, che gli uomini non si stupissero
dell'esistenza di forme di vita superiori (identificate nel divino),
man mano che si risale ai tempi antichi e ci si avvicina ai tempi più
prossimi alla caduta, quando cioè era più forte il ricordo del
know-how posseduto e perduto.

Come spiegare diversamente l'ancestrale ed universale riconoscimento
dell'esistenza del divino (cioè dell'essere superiore) tramandato da
quasi tutte le civiltà antiche, oppure ad esempio la superba
manifestazione di know-how scientifico degli ingegneri egizi e
l'insistente coincidenza, nell'antichità, della veste regale con
quella divina se non come rappresentazione del ricordo di una forma di
vita superiore da cui l'Uomo proviene ed espressa dal concetto del
divino, così diffuso e così pacificamente accettato nell'antichità?
Per varie ragioni, probabilmente legate all'estreme difficoltà,
fors'anche di tipo biologico, di adattamento alla vita sul nostro
pianeta da parte dell'Uomo comparso sulla terra proveniendo da altri
pianeti, questi ha perduto, via via con il passare del tempo durante
la sua quotidiana lotta per la sopravvivenza in un mondo non
completamente adatto a lui, molto del know-how iniziale e specialmente
moltissimo della sua applicazione concreta, non perdendo però
altrettanto velocemente la memoria storica di detto know-how, la cui
rimembranza si affaccia spesso sotto la forma del mito e della
rappresentazione della divinità.

Il simbolismo d'Adamo e del paradiso terrestre potrebbe anche
rappresentare l'avvento d'extraterrestri sul pianeta terra, che
potrebbe essere stato inizialmente popolato da individui con un
elevatissimo know-how delle leggi che regolano la vita dell'universo;
questi individui potrebbero essersi installati sul pianeta terra
dapprima in un ambiente scelto (il paradiso terrestre) fors'anche
mantenuto protetto in modo artificiale dal resto del pianeta.
Tale condizione, che in ipotesi riproduceva in modo ottimale le
condizioni di vita preesistenti degli umani di origine extraterrestre,
non riuscì evidentemente a mantenersi stabile nel tempo, a causa di
probabili scelte errate da parte di taluni appartenenti alla prima
ristretta comunità iniziale, che determinarono la famosa caduta con la
perdita improvvisa di elementi essenziali di utilizzazione ed
applicazione del know-how posseduto; da quel momento l'Uomo, sempre
meno extraterrestre e sempre più terrestre, non riuscì più a
riconquistare le posizioni perdute ed iniziò lentamente ed
inesorabilmente a subire le condizioni di vita imposte dall'ambiente
terrestre.
Si potrebbe spiegare così il fatto di constatare fra le società
antiche una conoscenza delle leggi naturali e cosmiche impensabili
oggi senza l'ausilio delle moderne tecnologie.

Insita in questa rappresentazione extraterrestre dell'origine
dell'Uomo sulla terra, mi pare anche l'esistenza di uno spirito
arcaico di sottomissione all'autorità degli avi; questa condizione mi
pare del tutto naturale nel caso dell'ipotesi extraterrestre,
necessitando l'Uomo, ora come già evidentemente allora, di ampie e
prolungate cure parenterali e di gruppo, che rendono l'organizzazione
gerarchica praticamente una condizione imperativa, in quanto essa è il
più efficiente modello per la trasmissione del know-how dalle vecchie
alle nuove generazioni, secondo il percorso tipico iniziatico
Top=>Down.
In origine, probabilmente, la sottomissione gerarchica non era neppure
sentita come un peso, in quanto è ipotizzabile che nel caso di esseri
provenienti da altri mondi e successivamente divenuti terrestri per
graduale familiarizzazione con l'ambiente esterno, fosse fortemente
sviluppato uno spirito di corpo elevatissimo, per ovvie esigenze di
sopravvivenza la quale poteva essere garantita solamente da una
compatta, ordinata ed efficiente organizzazione gerarchica, secondo il
livello di know-how di ciascun individuo, della sua capacità di
impiegarlo e di trasmetterlo.

=========================================================

capitolo XIX°

<Domanda> "....Affermano che il libro della saggezza orientale "I
King" racchiuda in sé il segreto dell'universo; perché allora è usato
nella futile attività di interpretare il futuro nel gioco orientale
delle monetine?

<Risposta> Sia "I King" orientali che i "Tarocchi" occidentali sono
anche usati dal popolo come dei giochi divinatori oppure anche
semplicemente ludici; ciò conferma che in ogni tempo e sotto ogni
latitudine si è sempre concesso, per esigenza di divulgazione, di
giocare con il sacro e con i santi. Da che mondo è mondo,
evidentemente, sono sempre esistite le due facce della stessa
medaglia: quella più nobile e quella meno nobile.

L'"I King" è detto anche "Il libro dei mutamenti" perché in esso si
vuole dare una spiegazione del divenire e della molteplicità, partendo
dall'unità originaria immanente, che si scinde dapprima nei suoi due
elementi binari primari, da cui si originano a loro volta elementi più
complessi, risultanti dalla combinazione dei due elementi binari
fondamentali.
Si avvicina molto al concetto di partenogenesi.

Anche il libro dei Tarocchi si propone lo stesso fine e cioè quello di
fornire una rappresentazione essenziale e simbolica della realtà;
l'impostazione però risente della differente concezione del divenire
dell'universo, fra la cultura orientale e quella occidentale.

Infatti, il libro orientale parte da una concezione completamente
unitaria ed immanente dell'essere (il tratto unito) da cui genera e
trae origine il suo opposto (il tratto spezzato) successivamente
raggruppati in coppie di simboli binari fino ad arrivare alla
creazione del primo ottetto formato da quattro coppie di elementi
duali (interessante stretta analogia con il linguaggio informatico
binario dei computers), per poi passare a significati più complessi
con la creazione degli ottetti superiori, espressi non più per coppie
di simboli ma per terne e doppie terne, a partire dal primo ottetto
formato da otto terne fino al raggiungimento della costruzione
completa delle 64(8x8) doppie terne.
Parrebbe anche di scorgere, alla base di questa cabalistica
costruzione formata da terne, un implicito collegamento esoterico e
comunque sempre immanente, alla cabala sephirotica ebraica, secondo il
caratteristico principio del divenire rappresentato dall'uno e trino,
pur restando completamente differenti le due concezioni della realtà,
specialmente in riferimento all'assenza di un separato essere
trascendente nella rappresentazione orientale.

Il libro occidentale dei Tarocchi, invece, parrebbe risentire più
direttamente ed esplicitamente dell'influenza della cultura ebraica e
della relativa cabala sephirotica e non a caso a ciascuno degli arcani
maggiori è associata una lettera dell'alfabeto ebraico ed il numero
degli arcani maggiori esaurisce esattamente il numero delle lettere
dell'alfabeto ebraico.
Il libro occidentale dei Tarocchi non parte da un'entità unitaria
immanente, come il suo corrispondente orientale "I King", ma già nella
sua impostazione iniziale si divide nettamente in due parti; una parte
superiore (arcani maggiori) connessa alla parte spirituale e
trascendente dell'Uomo ed una inferiore (gli arcani minori),
immanente, collegata al suo corpo fisico e materiale, riferita alla
natura ed ai quattro elementi: aria (spade), acqua (coppe), terra
(denari), fuoco (bastoni).

La differenza fondamentale fra le due rappresentazioni, secondo me, è
costituita principalmente dalla contrapposizione fra la concezione
orientale dell'essere, immanente e assolutamente unitaria, e la
concezione occidentale di matrice ebraico-cristiana, separata in due
livelli gerarchici d'importanza, uno superiore ed uno inferiore, delle
quali due forme d'essere la prima è elemento causale, essenziale ed
archetipale, mentre la seconda costituisce unicamente una sua
rappresentazione contingente, fisica e materiale.

In questa rappresentazione della realtà, espressa dai Tarocchi,
secondo una concezione di separazione dell'essere fra trascendente ed
immanente posti su due diversi livelli gerarchici, il primo
costituente espressione di potenza e l'altro d'atto, la trasformazione
ed il divenire dell'essere stesso avviene secondo una separazione più
marcata, mentre nella rappresentazione orientale non si riesce a
scorgere una frattura evidente fra evoluzione della realtà ed
eventuale causalità dell'evoluzione stessa la quale, quand'anche
esistesse ed agisse autonomamente, resterebbe comunque immanente ed
implicita nel divenire dell'essere senza fuoriuscirne, senza
trascendere alcuna parte di esso.

La costruzione orientale, infatti, si fonda su una base unitaria di
partenza (il tratto unito) rappresentante il Tutto ed evolve in modo
naturale, scalare, molto semplice e lineare (come il linguaggio
binario dei computers); rappresenta il molteplice come espressione
stessa del Tutto il quale manifesta la sua presenza e la sua realtà
attraverso la sua capacità di mutamento e di divenire, espressione di
diretta e naturale attività della propria qualità d'unità originaria
da cui evolve, per mutamento, ogni altro elemento reale con un
meccanismo molto simile alla partenogenesi, ove l'originario rimane
compreso nella molteplicità che esso stesso ha originato, senza mai
trascenderla.

La rappresentazione della realtà nella costruzione occidentale dei
Tarocchi, invece, è duale già nella sua struttura superiore, dal
momento che la rappresentazione dell'Uomo e degli eventi
caratterizzanti la vita umana a livello superiore, espressa dagli
arcani maggiori, è duale; nella prima parte del percorso (dallo zero
al dieci) riporta l'azione dell'Uomo e gli eventi umani collegati alla
vita terrena ed al mondo fisico, mentre nella seconda parte
(dall'undici al ventuno) riporta l'azione spirituale dell'Uomo e gli
eventi collegati al suo cammino spirituale.

C'è anche chi sostiene che il nome "Tarocchi" provenga dalla
volgarizzazione del nome ebraico Tora (il libro della legge ebraica,
in quanto ad ogni arcano maggiore è associata una delle 22 lettere
dell'alfabeto ebraico) anagrammato in Taro, da cui proverrebbe appunto
il termine Tarocchi; dalla stessa radice si ricaverebbe anche il
termine Rota, con cui s'individuerebbe anche la circolarità della
rappresentazione degli eventi della Vita, circolarità espressa anche
dall'arcano mediano numero dieci...


Claudio Pipitone

____________________________________________
Autore di *Endogenesi*
http://www.claudiopipitone.it/endogenesi/
e***@x-xclaudiopipitone.it
2003-09-20 14:21:32 UTC
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In data Wed, 17 Sep 2003 20:12:25 GMT, bqanto ha scritto sul newsgroup
Post by bqanto
C'era una volta il creazionismo. Parliamo dei tempi precedenti a
Darwin, quando la risposta alla domanda: "com'è nato l'uomo? com'è
nata la Terra? com'è nato il mondo?" era solo una: la Bibbia
Questo accade quando si rimane prigionieri della cultura monoteistica
oggi dominante in occidente, ma se riusciamo a guardare un po' piu' in
la', vediamo che non c'e' solo la Bibbia...;-)
Il problema esistenziale e' certo un punto cruciale della nostra
conoscenza, irrisolto e probabilmente irrisolvibile, a meno di
accettare posizioni religiose basate sulla fede incondizionata.
In ogni caso ormai anche nella cultura occidentale monoteista le
ipotesi creazionista ed evoluzionista convivono abbastanza
pacificamente, dal momento che si ammette che l'una non esclude
pregiudizialmente l'altra.
L'Uomo, infatti, potrebbe benissimo essere stato creato in un momento
molto lontano nel tempo e poi essersi successivamente evoluto, come
d'altronde noi tutt'oggi constatiamo che continua ad evolversi al pari
della natura che ci circonda e dell'universo intero...;-)

Nell'intento di fare cosa gradita ai lettori del newsgroup, riporto
qui di seguito due capitoli del mio testo "Endogenesi": il nr. XX ed
il numero XIX°, nei quali ho cercato di rispondere in modo sintetico
alla domanda posta dal problema esistenziale.
Mentre il XX° capitolo prende in esame esclusivamente il punto di
vista del monoteismo occidentale, nel capitolo XIX° viene comparata la
rappresentazione dell'arcano della vita sia dal punto di vista della
tradizione occidentale del libro dei "Tarocchi" sia di quella
orientale a del libro dei mutamenti "I King".

=========================================================
capitolo XX°

<Domanda> "....come risponde l'Endogenesi alla domanda che da sempre
l'Uomo si pone nei confronti del proprio problema esistenziale? Da
dove veniamo e dove andiamo ?"

<Risposta> Ovviamente non ci sono risposte razionali esaustive del
problema; quelle religioni che propongono la sua soluzione in modo
demiurgico ponendo, a monte di esso, l'esistenza di un Dio creatore ma
non creato, richiedono rigorosamente una fede incondizionata e non
servono a placare la sete di conoscenza, insita in ogni Uomo, che sta
all'origine del problema esistenziale.
Queste religioni, dal momento che sono basate sulla fede e non sulla
ragione, sono ben lungi dal dare una risposta comprensibile al
problema esistenziale, limitandosi a tagliare corto nel processo
causale a ritroso della ricerca delle nostre origini, processo che
accettano di percorrere solo fino ad un certo punto, secondo quanto
tramandato nei sacri testi alla base di ciascuna religione.
Queste religioni di fatto accettano, da un certo punto del processo in
poi, l'abiura alla ragione e la rinuncia a continuare il percorso a
ritroso delle proprie origini, nel momento in cui rinunciano a
rispondere e lasciano irrisolta quella cruciale domanda che si pone
sempre nello stesso modo: "E chi ha creato Dio?".
Questa domanda è sempre stata senza risposta!
La soluzione demiurgica non è quindi una soluzione comprensibile e non
placa l'eventuale desiderio di comprendere le nostre origini.

L'Endogenesi pur ammettendo quest'incapacità, intrinseca all'Uomo, a
risolvere il problema esistenziale in assoluto ed una volta per tutte,
pur mantenendomi aperto ad ogni soluzione quando essa possa essere
compresa anche razionalmente, non ricorrerei ad una soluzione di tipo
demiurgica e fideistica, ma proporrei un orientamento razionale
diverso verso cui dirigere la propria mente, un equilibrio fra ciò che
è razionalmente comprensibile nel merito della nostra esistenza e ciò
che, pur non essendo comprensibile, costituisce comunque un dato di
fatto innegabile e di cui è necessario prendere atto.
In questo senso mi propongo di dare un senso razionale alla nostra
esistenza e di rispondere per quanto possibile al problema
esistenziale, invitando a non orientare la mente verso un percorso
causale a ritroso nella ricerca delle nostre origini, dal momento che
noi attualmente non dobbiamo preoccuparci in modo imperativo e
necessitante della ragione della nostra nascita nè di quella dei
nostri progenitori (nulla possiamo infatti, retroattivamente, in
merito a questi fatti già avvenuti ed incontrovertibili) ma semmai
dovremmo meglio preoccuparci di dove stiamo andando, della nostra
sorte finale e della sorte finale dell'umanità più in generale…!

A questo proposito a me pare che una delle poche indiscutibili
certezze che l'Uomo possa ragionevolmente avere, forse a lungo termine
ma forse anche in temi più ravvicinati, sia che se l'Umanità non vuole
scomparire in un futuro più o meno lontano, dovrà essere in grado di
migrare dal pianeta terra, verso un altro pianeta che possa ospitare
una forma di vita compatibile con la biologia umana.
Si potrà forse anche discutere sul "come" e "quando" l'Uomo sia
comparso sulla terra e su di essa si sia evoluto (od involuto), ma mi
pare indiscutibile ed indubitabile che l'Umanità tutta intera perirà
sicuramente e con certezza, se non avrà saputo sviluppare il know-how
e la tecnologia necessaria a farla migrare dal pianeta terra, entro la
data in cui questo pianeta cesserà di esistere, vuoi per la morte
naturale del sistema solare con lo spegnimento spontaneo del sole,
vuoi per premorienza in tempi più ravvicinati, dovuta ad altri
fenomeni naturali, come ad esempio un impatto con corpi celesti di
dimensioni rilevanti in relazione alle dimensioni del pianeta terra.
In questo senso mi sento di esprimere la certezza che sicuramente
l'umanità si potrà salvare e potrà sopravvivere a se stessa solamente
migrando, attraverso un volo spaziale interstellare, sopra un altro
pianeta al di fuori di questo sistema solare ed in grado di ospitare
una forma di vita compatibile con la biologia umana!
Mi pare questa una ragionevole ed indiscutibile certezza, più o meno a
lungo termine, che dovrebbe dare un senso allo sforzo costante di
progresso scientifico e tecnologico che l'Uomo quotidianamente compie
per conoscere ed approfondire la conoscenza della realtà in cui è
immerso, che lo circonda e con cui interagisce.
Suggerirei quindi di orientare la nostra mente verso il nostro futuro
piuttosto che verso il nostro passato; non deve esservi una pretesa di
voler a tutti i costi spiegare le nostre origini, dal momento che
dovrebbe essere fuori di dubbio che l'Uomo, nascendo e morendo a
prescindere dalla sua volontà, non è in ogni caso artefice di se
stesso e della realtà che lo circonda.
Su questo fatto penso proprio che da un punto di vista razionale non
ci possano essere dubbi, sia nel caso l'Uomo abbia preso vita sulla
Terra casualmente sotto le forme di una vita biologica più elementare
di quella attuale e si sia poi evoluto da quelle forme di vita
inferiori fino all'attuale biologia e fisiologia (evoluzionismo
darwiniano), sia nel caso l'Uomo sia invece comparso sul pianeta terra
già formato come essere intelligente, risultato di una migrazione da
altre parti dell'Universo e dotato fin dall'inizio di un proprio
bagaglio di conoscenza, proveniente da una sua condizione di vita
precedente su un altro pianeta.
In quest'ultimo caso il mitico Adamo può forse anche rappresentare il
simbolo opposto all'evoluzionismo darwiniano, potendosi anche
intendere la comparsa dell'Uomo sul pianeta terra come il risultato
della migrazione sul nostro pianeta di una forma di vita intelligente
proveniente da altri mondi dell'Universo.

A me pare che le nostre religioni occidentali, in genere, pur non
esprimendosi in tal senso chiaramente, traggano comunque ispirazione
dall'ipotesi di tipo extraterrestre Top=>Down, simbolicamente
raffigurata da una vita intelligente trascendente e prescindente
l'esistenza del pianeta terra (il Dio assoluto preesistente e non
appartenente al mondo fisico terrestre) ed ipotizzino una caduta
improvvisa del know-how iniziale, probabilmente dovuta in questo caso
ad insormontate difficoltà nell'ambientazione con la natura del mondo
terrestre, l'adattamento al quale sarebbe avvenuto con brusche e
traumatiche modificazioni delle condizioni di vita preesistenti.
È quindi logico che man mano che si cercano delle testimonianze di
vita mediante un processo causale a ritroso nel tempo, si trovi
traccia, nella tradizione, che gli uomini non si stupissero
dell'esistenza di forme di vita superiori (identificate nel divino),
man mano che si risale ai tempi antichi e ci si avvicina ai tempi più
prossimi alla caduta, quando cioè era più forte il ricordo del
know-how posseduto e perduto.

Come spiegare diversamente l'ancestrale ed universale riconoscimento
dell'esistenza del divino (cioè dell'essere superiore) tramandato da
quasi tutte le civiltà antiche, oppure ad esempio la superba
manifestazione di know-how scientifico degli ingegneri egizi e
l'insistente coincidenza, nell'antichità, della veste regale con
quella divina se non come rappresentazione del ricordo di una forma di
vita superiore da cui l'Uomo proviene ed espressa dal concetto del
divino, così diffuso e così pacificamente accettato nell'antichità?
Per varie ragioni, probabilmente legate all'estreme difficoltà,
fors'anche di tipo biologico, di adattamento alla vita sul nostro
pianeta da parte dell'Uomo comparso sulla terra proveniendo da altri
pianeti, questi ha perduto, via via con il passare del tempo durante
la sua quotidiana lotta per la sopravvivenza in un mondo non
completamente adatto a lui, molto del know-how iniziale e specialmente
moltissimo della sua applicazione concreta, non perdendo però
altrettanto velocemente la memoria storica di detto know-how, la cui
rimembranza si affaccia spesso sotto la forma del mito e della
rappresentazione della divinità.

Il simbolismo d'Adamo e del paradiso terrestre potrebbe anche
rappresentare l'avvento d'extraterrestri sul pianeta terra, che
potrebbe essere stato inizialmente popolato da individui con un
elevatissimo know-how delle leggi che regolano la vita dell'universo;
questi individui potrebbero essersi installati sul pianeta terra
dapprima in un ambiente scelto (il paradiso terrestre) fors'anche
mantenuto protetto in modo artificiale dal resto del pianeta.
Tale condizione, che in ipotesi riproduceva in modo ottimale le
condizioni di vita preesistenti degli umani di origine extraterrestre,
non riuscì evidentemente a mantenersi stabile nel tempo, a causa di
probabili scelte errate da parte di taluni appartenenti alla prima
ristretta comunità iniziale, che determinarono la famosa caduta con la
perdita improvvisa di elementi essenziali di utilizzazione ed
applicazione del know-how posseduto; da quel momento l'Uomo, sempre
meno extraterrestre e sempre più terrestre, non riuscì più a
riconquistare le posizioni perdute ed iniziò lentamente ed
inesorabilmente a subire le condizioni di vita imposte dall'ambiente
terrestre.
Si potrebbe spiegare così il fatto di constatare fra le società
antiche una conoscenza delle leggi naturali e cosmiche impensabili
oggi senza l'ausilio delle moderne tecnologie.

Insita in questa rappresentazione extraterrestre dell'origine
dell'Uomo sulla terra, mi pare anche l'esistenza di uno spirito
arcaico di sottomissione all'autorità degli avi; questa condizione mi
pare del tutto naturale nel caso dell'ipotesi extraterrestre,
necessitando l'Uomo, ora come già evidentemente allora, di ampie e
prolungate cure parenterali e di gruppo, che rendono l'organizzazione
gerarchica praticamente una condizione imperativa, in quanto essa è il
più efficiente modello per la trasmissione del know-how dalle vecchie
alle nuove generazioni, secondo il percorso tipico iniziatico
Top=>Down.
In origine, probabilmente, la sottomissione gerarchica non era neppure
sentita come un peso, in quanto è ipotizzabile che nel caso di esseri
provenienti da altri mondi e successivamente divenuti terrestri per
graduale familiarizzazione con l'ambiente esterno, fosse fortemente
sviluppato uno spirito di corpo elevatissimo, per ovvie esigenze di
sopravvivenza la quale poteva essere garantita solamente da una
compatta, ordinata ed efficiente organizzazione gerarchica, secondo il
livello di know-how di ciascun individuo, della sua capacità di
impiegarlo e di trasmetterlo.

=========================================================

capitolo XIX°

<Domanda> "....Affermano che il libro della saggezza orientale "I
King" racchiuda in sé il segreto dell'universo; perché allora è usato
nella futile attività di interpretare il futuro nel gioco orientale
delle monetine?

<Risposta> Sia "I King" orientali che i "Tarocchi" occidentali sono
anche usati dal popolo come dei giochi divinatori oppure anche
semplicemente ludici; ciò conferma che in ogni tempo e sotto ogni
latitudine si è sempre concesso, per esigenza di divulgazione, di
giocare con il sacro e con i santi. Da che mondo è mondo,
evidentemente, sono sempre esistite le due facce della stessa
medaglia: quella più nobile e quella meno nobile.

L'"I King" è detto anche "Il libro dei mutamenti" perché in esso si
vuole dare una spiegazione del divenire e della molteplicità, partendo
dall'unità originaria immanente, che si scinde dapprima nei suoi due
elementi binari primari, da cui si originano a loro volta elementi più
complessi, risultanti dalla combinazione dei due elementi binari
fondamentali.
Si avvicina molto al concetto di partenogenesi.

Anche il libro dei Tarocchi si propone lo stesso fine e cioè quello di
fornire una rappresentazione essenziale e simbolica della realtà;
l'impostazione però risente della differente concezione del divenire
dell'universo, fra la cultura orientale e quella occidentale.

Infatti, il libro orientale parte da una concezione completamente
unitaria ed immanente dell'essere (il tratto unito) da cui genera e
trae origine il suo opposto (il tratto spezzato) successivamente
raggruppati in coppie di simboli binari fino ad arrivare alla
creazione del primo ottetto formato da quattro coppie di elementi
duali (interessante stretta analogia con il linguaggio informatico
binario dei computers), per poi passare a significati più complessi
con la creazione degli ottetti superiori, espressi non più per coppie
di simboli ma per terne e doppie terne, a partire dal primo ottetto
formato da otto terne fino al raggiungimento della costruzione
completa delle 64(8x8) doppie terne.
Parrebbe anche di scorgere, alla base di questa cabalistica
costruzione formata da terne, un implicito collegamento esoterico e
comunque sempre immanente, alla cabala sephirotica ebraica, secondo il
caratteristico principio del divenire rappresentato dall'uno e trino,
pur restando completamente differenti le due concezioni della realtà,
specialmente in riferimento all'assenza di un separato essere
trascendente nella rappresentazione orientale.

Il libro occidentale dei Tarocchi, invece, parrebbe risentire più
direttamente ed esplicitamente dell'influenza della cultura ebraica e
della relativa cabala sephirotica e non a caso a ciascuno degli arcani
maggiori è associata una lettera dell'alfabeto ebraico ed il numero
degli arcani maggiori esaurisce esattamente il numero delle lettere
dell'alfabeto ebraico.
Il libro occidentale dei Tarocchi non parte da un'entità unitaria
immanente, come il suo corrispondente orientale "I King", ma già nella
sua impostazione iniziale si divide nettamente in due parti; una parte
superiore (arcani maggiori) connessa alla parte spirituale e
trascendente dell'Uomo ed una inferiore (gli arcani minori),
immanente, collegata al suo corpo fisico e materiale, riferita alla
natura ed ai quattro elementi: aria (spade), acqua (coppe), terra
(denari), fuoco (bastoni).

La differenza fondamentale fra le due rappresentazioni, secondo me, è
costituita principalmente dalla contrapposizione fra la concezione
orientale dell'essere, immanente e assolutamente unitaria, e la
concezione occidentale di matrice ebraico-cristiana, separata in due
livelli gerarchici d'importanza, uno superiore ed uno inferiore, delle
quali due forme d'essere la prima è elemento causale, essenziale ed
archetipale, mentre la seconda costituisce unicamente una sua
rappresentazione contingente, fisica e materiale.

In questa rappresentazione della realtà, espressa dai Tarocchi,
secondo una concezione di separazione dell'essere fra trascendente ed
immanente posti su due diversi livelli gerarchici, il primo
costituente espressione di potenza e l'altro d'atto, la trasformazione
ed il divenire dell'essere stesso avviene secondo una separazione più
marcata, mentre nella rappresentazione orientale non si riesce a
scorgere una frattura evidente fra evoluzione della realtà ed
eventuale causalità dell'evoluzione stessa la quale, quand'anche
esistesse ed agisse autonomamente, resterebbe comunque immanente ed
implicita nel divenire dell'essere senza fuoriuscirne, senza
trascendere alcuna parte di esso.

La costruzione orientale, infatti, si fonda su una base unitaria di
partenza (il tratto unito) rappresentante il Tutto ed evolve in modo
naturale, scalare, molto semplice e lineare (come il linguaggio
binario dei computers); rappresenta il molteplice come espressione
stessa del Tutto il quale manifesta la sua presenza e la sua realtà
attraverso la sua capacità di mutamento e di divenire, espressione di
diretta e naturale attività della propria qualità d'unità originaria
da cui evolve, per mutamento, ogni altro elemento reale con un
meccanismo molto simile alla partenogenesi, ove l'originario rimane
compreso nella molteplicità che esso stesso ha originato, senza mai
trascenderla.

La rappresentazione della realtà nella costruzione occidentale dei
Tarocchi, invece, è duale già nella sua struttura superiore, dal
momento che la rappresentazione dell'Uomo e degli eventi
caratterizzanti la vita umana a livello superiore, espressa dagli
arcani maggiori, è duale; nella prima parte del percorso (dallo zero
al dieci) riporta l'azione dell'Uomo e gli eventi umani collegati alla
vita terrena ed al mondo fisico, mentre nella seconda parte
(dall'undici al ventuno) riporta l'azione spirituale dell'Uomo e gli
eventi collegati al suo cammino spirituale.

C'è anche chi sostiene che il nome "Tarocchi" provenga dalla
volgarizzazione del nome ebraico Tora (il libro della legge ebraica,
in quanto ad ogni arcano maggiore è associata una delle 22 lettere
dell'alfabeto ebraico) anagrammato in Taro, da cui proverrebbe appunto
il termine Tarocchi; dalla stessa radice si ricaverebbe anche il
termine Rota, con cui s'individuerebbe anche la circolarità della
rappresentazione degli eventi della Vita, circolarità espressa anche
dall'arcano mediano numero dieci...


Claudio Pipitone

____________________________________________
Autore di *Endogenesi*
http://www.claudiopipitone.it/endogenesi/
Senbee Norimaki
2003-09-22 21:13:40 UTC
Permalink
Hello, bqanto!
You wrote on Wed, 17 Sep 2003 20:12:25 GMT:

b> Segnalo il libro: "L'uccellosauro ed altri animali. La catastrofe del
b> darwinismo", di Maurizio Blondet, Effedieffe, 10 euro.

Blondet non è mai riuscito ad accettare di discendere dalla scimmia. Ma è un
problema tutto suo, non del mondo scientifico. Tra l'altro, nel suo caso, la
discendenza diretta è talmente palese.

b> "E' possibile non commettere nessun
b> errore, e perdere lo stesso".
b> (Picard, TNG)

Sai che Picard non polverizzerebbe Blondet con un phaser solo per rispetto
della Prima Direttiva? Anche la sua specie potrebbe evolvere, dopotutto.

Per tornare in topic: ti sei mai chiesta come mai il creazionismo è in voga
solo nei paesi non orientali? Come mai tre miliardi di persone hanno
accettato benissimo l'idea, mentre nei luoghi più fondamentalisti del
monoteismo più classico (sia cristiano sia musulmano) la gente fa ancora
fatica ad accettare l'evoluzione delle specie, e addirittura nascono questi
club di curiosi pseudoscienziati (laureati in tutt'altro che antropologia e
archeologia ed etologia) che combattono l'evidenza con libri che in ambiente
scientifico sono considerati classici dell'umorismo?
--
Stefano
aka Senbee Norimaki
ICQ# 4243376
Hotwax
2003-09-23 12:25:12 UTC
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Post by Senbee Norimaki
Blondet non è mai riuscito ad accettare di discendere dalla scimmia. Ma è un
problema tutto suo, non del mondo scientifico. Tra l'altro, nel suo caso, la
discendenza diretta è talmente palese.
HAHAHAHAHAHAH...Questa me la devo segnare!!!
Post by Senbee Norimaki
Per tornare in topic: ti sei mai chiesta come mai il creazionismo è in voga
solo nei paesi non orientali?
Già...chissà come mai...
;-)
Ouster
2003-09-27 21:41:42 UTC
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Post by Senbee Norimaki
Per tornare in topic: ti sei mai chiesta come mai il
creazionismo è in voga solo nei paesi non orientali? Come mai
tre miliardi di persone hanno accettato benissimo l'idea, mentre
nei luoghi più fondamentalisti...
Darwin è occidentale ed il suo pensiero, che si muove per intero
entro i limiti della nostra cultura, scalza (o tenta) un modo di
pensare che la caratterizza nettamente e che si basa sulla
prospettiva finita: inizio -> percorso -> termine. In oriente (ma non
tutto, penso all'India dove mi pare ci siano ampi spazi di
"rivisitazione" o "revisione") - e soprattutto nel pensiero Cinese -
il mondo "addiviene" grazie ad un moto generativo dove non esiste un
'creatore' esterno. Naturale, quindi, che sia stato semplice
accettare un'ipotesi evoluzionista (che non fa che confermare la loro
visione della natura) e che non si sia mai sentito il bisogno di
contrapporvi l'ipotesi creazionista.
Post by Senbee Norimaki
la gente fa ancora fatica ad accettare
l'evoluzione delle specie, e addirittura nascono questi club di
curiosi pseudoscienziati (laureati in tutt'altro che
antropologia e archeologia ed etologia) che combattono
l'evidenza con libri che in ambiente scientifico sono
considerati classici dell'umorismo?
E non solo in ambiente scientifico ;-)

In ogni caso, alcune critiche all'evoluzionismo sono accattivanti e
gli stessi scienziati, pur difendendo a denti stretti
l'evoluzionismo, ne ammettono le sbavature.


Ciao.
Giancarlo Niccolai
2003-10-03 13:49:34 UTC
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Post by Ouster
Post by Senbee Norimaki
la gente fa ancora fatica ad accettare
l'evoluzione delle specie, e addirittura nascono questi club di
curiosi pseudoscienziati (laureati in tutt'altro che
antropologia e archeologia ed etologia) che combattono
l'evidenza con libri che in ambiente scientifico sono
considerati classici dell'umorismo?
E non solo in ambiente scientifico ;-)
La tesi di darwin era errata.

PERCHE' TROPPO POCO RADICALE.

Darwin ipotizza che sopravviva il "migliore". Questo ha permesso ad una
certa intellighentia tipicamente inglese di considerare "legittimato da
dio" il proprio interesse a prevalere sulle altre razze, distruggendo il
tessuto sociale della cina e riducendola al paese da terzo mondo che era
fino a qualche hanno fa, trasformando l'india in un paese affamato con dei
contrasti interni che solo oggi iniziano a ridursi, portando sull'orlo
dell'estinzione molte spece autoctone australiane per aver introdotto i
loro "animaletti domestici", massacrando i nativi americani e così via.
Solo l'africa ha retto, e solo perché i più possenti guerrieri del mondo,
gli Zulu, hanno fatto agli inglesi il c**o a strisce.

Penso che se Darwin avesse immaginato questo sarebbe stato più attento ad
usare una definizione più adeguata della sua teoria. Da "survival of the
best" a "survival of the fittests" (e notate la "s"), la sopravvivenza di
coloro che si adeguano. Sarebbe una lezione molto importante anche oggi,
dato che c'è chi cerca di distruggere il mondo in cui viviamo per vendere
un po' di petrolio.

Cmq, la differenza è tutt'altro che sottile: non sopravvive il migliore, e
nemmeno il più forte (pensalte al Koala che ha vissuto benissimo per
milioni di anni), ma sopravvivono e si evolvono quelle specie che sono più
adeguate ad affrontare l'ambiente in cui vivono.

Per quanto riguarda la complessità del DNA, la scienza della complessità ci
viene in aiuto. Esiste un principio generale che permette la
"sopravvivenza" del più adatto, anche quando l'adattamento non è riferito a
cose viventi. Ad esempio, l'acqua in assenza di gravità si aggrega a
"bolle" sferiche, così come i pianeti. La forma sferica è la più adatta a
"sopravvivere nello spazio". Allo stesso modo, esistono sostanze
(generlamente enzimi) al confine tra la chimica organica e quella
inorganica che sono più o meno adeguati ad un ambiente di un pianeta con
una certa atmosfera, temperatura e gravità. Il bello viene quando alcune di
queste sostanze sono in grado interagire con le altre, e guardacaso, questo
è il caso dei nostri ventuno aminoacidi. Se abbiamo un ambiente in cui si
trova la sostanza A che assieme alla sostanza B contribuisce a formare la
sostanza C, e così via fino ad avere alcune di queste sostanze
contribuiscono a formare A... la reazione chimica "esplode" (non nel senso
di esplosione, nel senso che l'auto produzione, o "endogenesi" come è stata
chiamata qui, amuenta a ritmi vertiginosi) e permette l'evoluzione di
sostanze sempre più complesse. La velocità con la quale questo avviene è
strabiliante, ed una volta compresi i meccanismi che regolano le leggi
della retroazione e della risonanza (quasi completamente scartati dalla
meccanica classica) il tempo di circa un miliardo e mezzo di anni
necessario a passare dalle sostanze inorganiche a noi appare addirittura
troppo lungo.

(Complexity, 1983, non ho l'autore sotto mano, è un lavoro giornalistico di
compilazione, una spece di riassuto del lavoro dell'istituto di Santa Fe
per lo studio sulla complessità, http://www.santafe.edu. In Europa ne hanno
parlato i nostri Serra e Zanarini, Complex Systems and Cognitive Processes
e Appunti di Viaggio sulla Complessità, eto moltri altri, oltre al "Padre"
della complessità europea Edgard Morin e al premio nobel per la chimica
Ilya Prigogine; e al proposito non fa male leggere i padri del
costruttivismo, Humberto Maturana e Francisco Varela, El Arbor de
Conoscimiento, e il padre dell'epistemologia genetica, Jean Piaget).

Ho scrito su questo nella mia tesi, che pur essendo orientata alla strategia
aziendale, presenta alcune di queste interessanti cosucce, ed una nuova
metodologia di analisi. Se interessa a qualcuno,
http://www.niccolai.ws/works/ASC/asc.php
C'è solo l'abstract; la tesi la mando via e-mail.

Beh...
Forse mi sono dilungato un pò troppo,
saluti a chi ha avuto pazienza di leggermi fino a qui,
Giancarlo Niccolai.
Senbee Norimaki
2003-10-04 22:25:42 UTC
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Hello, Giancarlo!
You wrote on Fri, 03 Oct 2003 13:49:34 GMT:


GN> Cmq, la differenza è tutt'altro che sottile: non sopravvive il
GN> migliore, e nemmeno il più forte (pensalte al Koala che ha vissuto
GN> benissimo per milioni di anni), ma sopravvivono e si evolvono quelle
GN> specie che sono più adeguate ad affrontare l'ambiente in cui vivono.

La tua è un'interpretazione un ragionamento molto intelligenti e degni di
attenzione. Naturalmente anche tu però non consideri nemmeno l'ipotesi
creazionista: chi la sostiene spesso si attacca a imperfezioni e lacune
dell'evoluzionismo per sostenere che è totalmente sbagliato e che il primo
uomo era Adamo...
--
Stefano
aka Senbee Norimaki
ICQ# 4243376
Giancarlo Niccolai
2003-10-05 12:32:24 UTC
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Post by Senbee Norimaki
Hello, Giancarlo!
GN> Cmq, la differenza è tutt'altro che sottile: non sopravvive il
GN> migliore, e nemmeno il più forte (pensalte al Koala che ha vissuto
GN> benissimo per milioni di anni), ma sopravvivono e si evolvono quelle
GN> specie che sono più adeguate ad affrontare l'ambiente in cui vivono.
La tua è un'interpretazione un ragionamento molto intelligenti e degni di
attenzione. Naturalmente anche tu però non consideri nemmeno l'ipotesi
creazionista: chi la sostiene spesso si attacca a imperfezioni e lacune
dell'evoluzionismo per sostenere che è totalmente sbagliato e che il primo
uomo era Adamo...
Infatti. Sono intimamente convinto che tempo e spazio siano infiniti e
ricorsivi. Non credo nemmeno al big-bang, ed ogni prova a favore della
teoria dell'"inizio" mi sembra tendenziosa e altrimenti spiegabile, e
soprattuto valida solo se considerata nel contesto locale in cui ci
troviamo. Vedi lo spostamento verso il rosso (che può essere dovuto ad un
decadimento energetico NEGATO dalla meccanica classica ma PROVATO da quella
quantistica), e la radiazione fossile, che nessuno ha mai provato a
misurare da un'altra galassia... Senza contare che è del 2001 la prova che
la velocità della luce non è costante, e che quindi tutte le misurazioni
sulle distanze di astri lontani possono (anzi, probabilmente sono),
grossolanamente sbagliate.

Dubito che troverai qualcuno più anti-creazionista di me.

Colgo l'occasione per correggere un grave errore che ho commesso
nell'esposizione della "revisione" alla teoria Darwiniana: prima di tutto,
devo riportare che l'autore di questa nuova enunciazione è, se non vado
errato, Watzlawick, e che non si tratta di una enunciazione ufficiale, ma
di una specie di "riassunto" che l'autore fa riferendosi ad una serie di
articoli raccolti in un saggio collettivo di cui è curatore: "La sfida
della complessità (feltrinelli, numerose edizioni)".
L'enunciazione "survival of the fittests" è quella usata, ma lo stesso
autore poi indica il sunto di quanto visto non come "la sopravvivenza dei
più adeguati", ma come la

sopravvivenza delle specie SUFFICIENTEMENTE adeguate.

Si sottolinea in quel saggio, più volte, ed in molti altri saggi che parlano
di complessità, che la natura non ha nessun bisogno di essere perfetta.
Sarebbe uno spreco di energie. Si accontenta di essere sufficiente.

Anche qui, la differenza del termine non è sottile.

Cordiali saluti,
Giancarlo.
Giancarlo Niccolai
2003-10-05 12:38:48 UTC
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Post by Giancarlo Niccolai
Infatti. Sono intimamente convinto che tempo e spazio siano infiniti e
ricorsivi. Non credo nemmeno al big-bang, ed ogni prova a favore della
teoria dell'"inizio" mi sembra tendenziosa e altrimenti spiegabile, e
soprattuto valida solo se considerata nel contesto locale in cui ci
troviamo.
Permettetemi una battuta. Gli scienziati occidentali da Galileo in poi, ad
esclusione dei "complessisti" moderni, si sono compomportati come quello
studioso che studia le mosche. Costui prende una mosca, le taglia le ali e
le dice "salta!", e lei salta!
Ne prende un'altra, le taglia le zampe e le dice "vola!", e lei vola!
Ne prende una terza, le taglia le ali, le taglia zampe e le dice "salta!", e
lei non salta. Poi le dice "vola!", e lei non vola. Quindi, scrive un
saggio di mille pagine alla fine del quale conclude "... e quindi si evince
che priva delle ali e delle zampe, la mosca è SORDA."

In poche parole, è facile creare un mondo di auto-conferme matiematiche,
vedi la definizione di "lavoro" fisico che nega l'esistenza dell'energia
delle risonanze.

Per una trattazione meno faceta dell'argomento, si può fare riferimento al
filosofo D. Hume.

Cordiali saluti,
Giancarlo Niccolai.
Senbee Norimaki
2003-10-08 18:04:33 UTC
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Hello, Giancarlo!
You wrote on Sun, 05 Oct 2003 12:38:48 GMT:

GN> Permettetemi una battuta. Gli scienziati occidentali da Galileo in poi,
GN> ad esclusione dei "complessisti" moderni, si sono compomportati come
GN> quello studioso che studia le mosche. Costui prende una mosca, le
GN> taglia le ali e le dice "salta!", e lei salta!
GN> Ne prende un'altra, le taglia le zampe e le dice "vola!", e lei vola!
GN> Ne prende una terza, le taglia le ali, le taglia zampe e le dice
GN> "salta!", e lei non salta. Poi le dice "vola!", e lei non vola. Quindi,
GN> scrive un saggio di mille pagine alla fine del quale conclude "... e
GN> quindi si evince che priva delle ali e delle zampe, la mosca è SORDA."

Da Popper in poi questo errore metodologico non si fa più.
Lo si continua invece a fare nelle pseudoscienze, dove si cercano solo prove
e indizi a favore di una teoria preconcetta che si cerca a tutti i costi di
dimostrare: il mondo del paranormale, le medicine alternative, il mondo
dell'esoterismo, l'astrologia, il creazionismo eccetera letteralmente
*traboccano* di errori metodologici.

Naturalmente anche la scienza non ne è esente, ma almeno tenta sempre di
applicare controlli il più possibile mirati a eliminarli: tutto questo
discorso costituisce proprio le fondamenta dell'epistemologia, del metodo
scientifico stesso.
--
Stefano
aka Senbee Norimaki
ICQ# 4243376
Giancarlo Niccolai
2003-10-08 20:43:16 UTC
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Post by Senbee Norimaki
Hello, Giancarlo!
GN> Permettetemi una battuta. Gli scienziati occidentali da Galileo in
poi, GN> ad esclusione dei "complessisti" moderni, si sono compomportati
come GN> quello studioso che studia le mosche. Costui prende una mosca, le
GN> taglia le ali e le dice "salta!", e lei salta!
GN> Ne prende un'altra, le taglia le zampe e le dice "vola!", e lei vola!
GN> Ne prende una terza, le taglia le ali, le taglia zampe e le dice
GN> "salta!", e lei non salta. Poi le dice "vola!", e lei non vola.
Quindi, GN> scrive un saggio di mille pagine alla fine del quale conclude
"... e GN> quindi si evince che priva delle ali e delle zampe, la mosca è
SORDA."
Da Popper in poi questo errore metodologico non si fa più.
Lo si continua invece a fare nelle pseudoscienze, dove si cercano solo
prove e indizi a favore di una teoria preconcetta che si cerca a tutti i
costi di dimostrare: il mondo del paranormale, le medicine alternative, il
mondo dell'esoterismo, l'astrologia, il creazionismo eccetera
letteralmente *traboccano* di errori metodologici.
E' inevitabile. Qualsiasi teoria può essere auto-referenziale e quindi
funzionare alla perfezione. Come Goedel ha dimostrato, persino la nostra
stessa matematica ha almeno un elemento esterno non dimostrabile; ma QUELLE
peseudoscienze (incluse le varie manifestazioni del creazionismo), come tu
dici, *traboccano* di dimostrazioni autoreferenziali.
Post by Senbee Norimaki
Naturalmente anche la scienza non ne è esente, ma almeno tenta sempre di
applicare controlli il più possibile mirati a eliminarli: tutto questo
discorso costituisce proprio le fondamenta dell'epistemologia, del metodo
scientifico stesso.
Corretto; non ne è esente. Si *CERCA* di non farlo più, ma a volte ci si
ricade. Ho studiato economia, e devo dire che ci sono molti esempi di
questo. Addirittura, ho rilevato nella teoria microeconomica neo-classica
un errore di base tale per cui, svolgendo alcune delle equazioni di base e
con semplici passaggi algebrici, si dimostra che il tasso di inflazione
dipende in maniera inversamente proporzionale.... DAL TASSO DI INFLAZIONE
STESSO. Quando ho svolto i calcoli di fronte al mio professore, con una
ventina di studenti "testimoni", lui li ha guardati per una trentina di
secondi e poi ha detto... "beh, non fa una grinza.. ma sa, Niccolai, a
queste teorie bisogna un po' crederci...". Ho lasciato perdere la teoria
keynesiana, ma siccome c'è solo una inversione di una variabile, non credo
che i risultati siano troppo diversi.

Microeconomia...

E per quanto riguarda il "lavoro" fisico come espressione di energia? ...
uhm...

Vabbeh, comunque hai ragione sul fatto che si CERCA di non fare più questo
tipo di errori. Ma purtroppo, ne vedo ancora molti; ad esempio nella system
dynamics (fisica modellistica discreta), nella meccanica tradizionale (es.
l'assunzione della velocità della luce come costante universale). Il
problema è che di fronte ai nostri errori metodologici siamo doppiamente
ciechi, poiché non sappiamo di non sapere.

Giancarlo Niccolai.
Senbee Norimaki
2003-10-08 22:04:56 UTC
Permalink
Hello, Giancarlo!
You wrote on Wed, 08 Oct 2003 20:43:16 GMT:


GN> E' inevitabile. Qualsiasi teoria può essere auto-referenziale e quindi
GN> funzionare alla perfezione.

Già, le famose teorie non falsificabili.
"Esiste un maiale alato che parla inglese. Esiste e parla con me ogni
giorno, ma si manifesta solamente a me e qualche altro fortunato. Qui ho
anche portato un vocabolario di inglese in cui ho trovato una setola e una
piuma, prova inconfutabile". :-)

GN> Come Goedel ha dimostrato, persino la nostra stessa matematica ha
GN> almeno un elemento esterno non dimostrabile;

Mica tanto esterno :-) Se vogliamo fare i precisini, Godel dimostra che in
ogni sistema formale (quindi non in ogni *teoria*, ma in ogni sistema
formale, che è un concetto ben diverso) ci sono, a un certo livello di
complicazione, delle verità non dimostrabili. Godel però viene usato molto a
sproposito: riguarda solo ambiti molto ristretti ed estremamente complessi,
e come dicevo riguarda i sistemi formali, ossia sistemi logici di
rappresentazione (matematica, geometria) non basati sul fatto, sulla prova
empirica, sulla falsificazione popperiana. Per ora non ha nessuna utilità
pratica. Dal punto di vista pratico, il teorema di Godel è stata verificato
nelle equazioni teofantiche, ossia una cosa praticamente mai usata. Ma è
importantissimo dal punto di vista filosofico, epistemologico, perché segna
la fine del determinismo: dopo essere caduto in fisica con il principio di
indeterminazione e la nascita della meccanica quantistica, resisteva nei
sistemi puramente formali come la logica la geometria e la matematica,
finché Godel arrivò e guastò la festa :-)

GN> ma QUELLE peseudoscienze
GN> (incluse le varie manifestazioni del creazionismo), come tu dici,
GN> *traboccano* di dimostrazioni autoreferenziali.

Sì, sono tante piccole teorie del maiale.

GN> Corretto; non ne è esente. Si *CERCA* di non farlo più, ma a volte ci
GN> si ricade.

Infatti. La vera differenza è che nelle pseudoscienze semplicemente non si
fa nemmeno nessuno sforzo per applicare le regole dell'epistemologia, non si
è ancora capito bene se per ignoranza o per malafede. Il famoso premio da un
milione di dollari per chi dimostra un fenomeno paranormale sotto i
controlli dell'illusionista James Randi, espertissimo in truffe da
paranormale, deriva proprio da questo discorso: gli scienziati che si fanno
un mazzo tanto a dare un certo rigore ai propri studi si sentono
continuamente offesi dai media che li dipingono "chiusi di mente" solo
perché non accettano lavori "scientifici" realizzati senza il minimo metodo.

GN> Ho studiato economia,

Qui andiamo su un terreno minato. Tutto il discorso che si faceva si
riferiva alle scienze che studiano fenomeni facilmente verificabili: fisica,
archeologia, chimica, medicina eccetera. L'esame del C14, la stratificazione
delle rocce, l'osservazione dei fenomeni fisici, l'effettiva guarigione di
un certo numero di pazienti, sono fenomeni verificabili (non sempre, ovvio)
in modo abbastanza facile. Poi ci sono scienze che studiano argomeni di ben
più difficile osservazione: economia, psicologia, pedagogia... Fare
sperimentazioni in questi campi non è facile, e quindi il metodo scientifico
è spesso inapplicabile. In economia infatti esiste qualche studio
assolutamente scientifico su una serie di argomenti facilmente verificabili
(per esempio anche cose banali come la curva empirica che lega occupazione e
inflazione) ma anche una marea di teorie (soprattutto nella macroeconomia)
spesso e volentieri in contrasto fra loro. Qui, dicevo, il terreno è
estremamente minato e la metodologia si applica molto meno, purtroppo.
Ricordo che quando aiutavo mia sorella mentre si laureava in scienze
dell'educazione, mi accorsi che la quasi totalità degli studi classici
citati dai libri di psicologia dell'età evolutiva erano realizzati da
qualche psicologo in un asilo, ossia riguardavano sempre un campione
assolutamente non significativo. Mancava poi quasi sempre il doppio cieco e
un qualche tentativo di falsificazione (intesa in senso popperiano). Solo
gli ultimissimi studi, specie quelli americani, sono stati fatti su larga
scala e con qualche buon criterio applicato ma, e questo lo ammettevano gli
stessi professori, a tutt'oggi molti dei metodi educativi usati da molti
psicologi non hanno più validità scientifica di una teoria qualsiasi, tant'è
vero che tali metodi educativi cambiano radicalmente da continente a
continente, mentre per esempio le teorie della fisica e della chimica sono
identiche in tutto il globo. (e con questo son tornato in topic con un
doppio carpiato, olé!)

GN> Vabbeh, comunque hai ragione sul fatto che si CERCA di non fare più
GN> questo tipo di errori. Ma purtroppo, ne vedo ancora molti; ad esempio
GN> nella system dynamics (fisica modellistica discreta), nella meccanica
GN> tradizionale (es. l'assunzione della velocità della luce come costante
GN> universale).

Beh, qui si tratta di fatti, di osservazioni. Finché non si ha una prova
definitiva del fatto che la velocità non sia una costante universale,
continuerà a venir considerata tale in ogni teoria. Se si dovesse realmente
osservare questo, gli scienziati non sarebbero assolutamente ciechi di
fronte a tali scoperte e le inserirebbero subito fra i dati occorrenti per
trovare una teoria che spieghi tutto. Se tu ci fai caso, la stessa
relatività nacque da un problema identico: la somma delle velocità relative,
un fatto osservabile sempre dato per sontato, in alcuni esperimenti a
velocità altissime sembrava non valere più. Una volta appurato
definitivamente che tale legge a velocità prossime a quella della luce non
era più valida, Einstein con il più grande colpo di genio del secolo se ne
venne fuori con una teoria che spiegava queste recenti osservazioni,
mantenedo intatta la fisica newtoniana. Infatti se prendi la teoria di
Einstein e metti la velocità prossima allo zero (perlomeno rispetto a quella
della luce) ottieni esattamente le leggi di Newton.
Una teoria che portava poi a sviluppi così sconvolgenti, fu accolta
immediatamente con enorme successo dalla comunità scientifica, altroché
"menti chiuse".
--
Stefano
aka Senbee Norimaki
ICQ# 4243376
e***@x-xclaudiopipitone.it
2003-10-10 19:19:51 UTC
Permalink
In data Wed, 08 Oct 2003 22:04:56 GMT, Senbee Norimaki ha scritto sul
Post by Senbee Norimaki
Hello, Giancarlo!
----------omissis---------
Post by Senbee Norimaki
GN> Vabbeh, comunque hai ragione sul fatto che si CERCA di non fare più
GN> questo tipo di errori. Ma purtroppo, ne vedo ancora molti; ad esempio
GN> nella system dynamics (fisica modellistica discreta), nella meccanica
GN> tradizionale (es. l'assunzione della velocità della luce come costante
GN> universale).
Beh, qui si tratta di fatti, di osservazioni. Finché non si ha una prova
definitiva del fatto che la velocità non sia una costante universale,
continuerà a venir considerata tale in ogni teoria. Se si dovesse realmente
osservare questo, gli scienziati non sarebbero assolutamente ciechi di
fronte a tali scoperte e le inserirebbero subito fra i dati occorrenti per
trovare una teoria che spieghi tutto.
Ciao,
non avete idea di quanto sono d'accordo con cio' che state discutendo.
Vorrei umilmente unirmi a voi e, se possibile, offrire il mio
contributo a formare una corrente di opinione al riguardo.
Personalmente ho gia' una mia ipotesi su questa incapacita' di
*individuare* e *determinare* esattamente la realta' da parte della
ricerca umana.
Tutto sommato, il fatto che l'Uomo sia strutturalmente incapare di
individuare con certezza, attraverso le proprie facolta', l'esatta
configurazione e misurazione della realta' in cui e' immerso, coincide
con il concetto orientale secondo cui la realta' che cade sotto i
nostri sensi e' null'altro che *Maya* cioe' illusione dei nostri
sensi, per cui non non siamo capaci di individuare la realta' cosi'
come essa e' veramente, indipendentemente da come a noi appare.
Occorre anche sottolineare che gli strumenti costruiti dall'Uomo per
una piu' efficace osservazione e misurazione della realta' rispetto
alle limitate possibilita' dei propri sensi (dal microscopio al
cronometro, dal metro al termometro, ecc...) non sono altro che delle
estensioni delle facolta' umane e quindi affetti anche loro dallo
stesso errore strutturale del dovuto al'effetto "maya".
Personalmente, nel sviluppare i miei studi e le mie considerazioni su
questa situazione, ho chiamato questo errore *errore concettuale*.
http://www.claudiopipitone.it/privato/ipotesi_errore.htm

L'esempio piu' lampante che vale come dimostrazione sperimentale di
questa incapacita' delle facolta' umane e degli strumenti scientifici
nel determinare quale sia il vero aspetto della realta', e' l'esempio
che personalmente ho denominato: "effetto macchina fotografica".
Pensa a quando scatti una fotografia lungo l'asse stradale di una
autostrada rettilinea; nella foto vedrai esattamente riprodotta la
verità del tuo occhio e non la verità esterna; questo perché hai
progettato la macchina fotografica ad immagine e somiglianza del tuo
occhio stesso: lo strumento replica infatti esattamente la tua
capacita' visiva, errori inclusi.;-)
Cioe' vedrai le linee dei due bordi stradali convergere in un punto;
ma tu sai già che quella che ti fa vedere lo strumento e che tu stesso
vedi con i tuoi occhi, non è la verità oggettiva della situazione del
manto stradale (i cui bordi non sono inclinati verso la mezzeria della
strada), o per lo meno non è la stessa verità che si presenterebbe
all'osservatore se questo si ponesse nelle immediate vicinanze del
*supposto* punto di convergenza!
Questa è una delle dimostrazioni del fatto che, anche costruendo
macchine in grado di estendere potentemente le proprie facoltà, l'Uomo
non è riuscito a correggere i propri errori concettuali ed è ancora
limitato nella possibilità di conoscere la realtà esterna che non cade
direttamente nelle prossimità immediate del suo corpo fisico.
Ed in ogni caso, anche per la *verita'* che cade direttamente nelle
immediate prossimità del nostro corpo fisico, si puo' dimostrare che
esse sono comunque di tipo apparente e possono anche risultare
ingannevoli.
Questo penso sia proprio un vincolo che la natura ha posto all'Uomo e
che lo costringe a conoscere come soggettivamente *vera*,
esclusivamente la realtà esterna immediatamente prossima a lui.

Nulla di strano e nulla da stupirci, quindi, se la mosca possa anche
essere *sapientemente* e *scientificamente* dimostrata *sorda*!:-)
Pero' non e' detto che il vincolo non sia superabile: come non e'
detto che non siano realmente possibili le velocita' superluminari, ad
esempio in una realta' non immersa, dipendente e soggetta alla
causalita' delle leggi elettromagnetiche, oppure che un giorno non si
trovi una realta' che, pur rispettando le leggi
dell'elettromagnetismo, ne superi la sua concezione aprendo la nostra
conoscenza a modelli fisici della realta' con possibilita' ben
superiori a quelle fornite dall'elettromagnetismo stesso e leggi di
ben piu' ampia rappresentazione della realta', all'interno delle quali
abbiano agevole riscontro sperimentale, ad esempio, delle velocita'
anche superiori a quelle della luce.;-)
Potrebbe esservi in futuro una nuova rivoluzione copernicana di questo
tipo, anche se purtroppo non sara' mai possibile escludere un nuovo
livello di *errore concettuale*, anche se traslato molto piu' in
avanti...;-)

----------omissis---------
Post by Senbee Norimaki
Una teoria che portava poi a sviluppi così sconvolgenti, fu accolta
immediatamente con enorme successo dalla comunità scientifica, altroché
"menti chiuse".
Uhmm...
Forse una volta, quando la ricerca teorica non dipendeva dai massicci
investimenti economici necessari per le sofisticate apparecchiature di
ricerca e di verifica sperimentale.
Oggigiorno anche la direzione dello sviluppo della ricerca teorica e'
orientato nella direzione fissata dagli orientamenti politici e da
quelli dei grandi complessi industriali.
Gli eventuali eccezionali casi in campo matematico o similari dove non
sia necessario il riscontro di verifica sperimentale, confermano solo
la regola...;-(
Credo che anche la sana *curiosita'* scientifica si sia ormai assopita
e messa a libro paga dei committenti od in subordine ed in funzione
del tornaconto in termini di carriera dei ricercatori, i quali si
considerano a tutti gli effetti dei *lavoratori* con famiglia da
mantenere...:-(
E sotto questo aspetto chi puo' chiedere loro di *aprire* le menti
piu' di tanto?

Noi d'altra parte, armati del nostro *bernoccolo* della cosmogonia,
dell'epistemologia ed escatologia della scienza, possiamo solo
limitarci ad avere eventualmente delle intuizioni che potrebbero anche
essere interessanti se adeguatamente sviluppate, ma ci mancano i mezzi
(sotto tutti i punti di vista) per farlo in modo da poterne cogliere i
frutti.
Ciao.

Claudio Pipitone

____________________________________________
Autore di *Endogenesi*
http://www.claudiopipitone.it/endogenesi/
Giancarlo Niccolai
2003-10-13 18:13:27 UTC
Permalink
Post by e***@x-xclaudiopipitone.it
Ciao,
non avete idea di quanto sono d'accordo con cio' che state discutendo.
Vorrei umilmente unirmi a voi e, se possibile, offrire il mio
contributo a formare una corrente di opinione al riguardo.
Personalmente ho gia' una mia ipotesi su questa incapacita' di
*individuare* e *determinare* esattamente la realta' da parte della
ricerca umana.
Tutto sommato, il fatto che l'Uomo sia strutturalmente incapare di
individuare con certezza, attraverso le proprie facolta', l'esatta
configurazione e misurazione della realta' in cui e' immerso, coincide
con il concetto orientale secondo cui la realta' che cade sotto i
nostri sensi e' null'altro che *Maya* cioe' illusione dei nostri
sensi, per cui non non siamo capaci di individuare la realta' cosi'
come essa e' veramente, indipendentemente da come a noi appare.
Vedi Maturana, Varela et al. "La realtà inventata", manifesto del
costruttivismo.

Levo il resto, sul quale concordo. 101%

E visto che dobbiamo inventarci la nostra realtà, facciamolo bene. Non so se
mi ripeto, ma ho sviluppato una metodologia di analisi che va sotto il nome
di "Analisi sistemica complessa", per l'indagine dei sistemi non per ciò
che essi sono (ontologia) ma per ciò che essi producono (ontogenetica, o,
mi pare di capire, endogenesi). Si tratta di un concetto di "analisi per
emergenze", abbozzato da qualche studioso del campo (a quanto mi disse
Zanarini), ma mai portato a compimento.

E perché no? Sarei interessato anch'io a cercare di portare avanti una
corrente di pensiero di questo tipo. Noi 3 (e gli altri che seguono il
thread) dovremmo scambiarci qualche carta...

Giancarlo Niccolai.
e***@x-xclaudiopipitone.it
2003-10-19 10:36:18 UTC
Permalink
In data Mon, 13 Oct 2003 18:13:27 GMT, Giancarlo Niccolai ha scritto
sul newsgroup it.cultura.orientale:

---------------omissis---------------
Post by Giancarlo Niccolai
E visto che dobbiamo inventarci la nostra realtà, facciamolo bene. Non so se
mi ripeto, ma ho sviluppato una metodologia di analisi che va sotto il nome
di "Analisi sistemica complessa", per l'indagine dei sistemi non per ciò
che essi sono (ontologia) ma per ciò che essi producono (ontogenetica, o,
mi pare di capire, endogenesi). Si tratta di un concetto di "analisi per
emergenze", abbozzato da qualche studioso del campo (a quanto mi disse
Zanarini), ma mai portato a compimento.
Si', ti sei ripetuto...:-)
Secondo me la materia a cui si riferiscono gli argomenti che tratti
sul tuo sito, e' un po' troppo tecnica per poter essere compresa da
chi non si occupa specificamente di tali scienze e non sia aggiornato
sugli ultimi suoi sviluppi.
Pur comprendendo l'importanza che sicuramente riveste la tua tesi di
laurea e le altre ricerche tecniche a cui hai accennato sul sito (fra
l'altro il link "A sample python script" ha il puntatore che non e'
funzionante), ti confesso che non me la sono sentita di affrontare lo
sforzo di addentrarmi nel merito, non essendo materie con cui io abbia
familiarita'.
Perche' non cerchi di esporre l'argomento con tue semplici parole e
senza far riferimento a prerequisiti tecnici di conoscenza, in modo
che chiunque possa rendersi conto innanzi tutto in cosa consista la
problematica e successivamente quali siano i fondamenti ed i
presupposti della soluzione ( ad esempio se la soluzione sia del tipo
di una svolta concettuale dei fondamenti teorici, oppure
l'acquisizione di nuove tecniche e strumenti matematici e/o
scientifici di sviluppo, oppure l'introduzione di una nuova
metodologia o nuovi tecnicismi, ecc...)
Sicuramente un approccio piu' *filosofico* piuttosto che *scientifico*
dei temi di cui tratti sul tuo sito, potrebbe aprire una interazione
piu' larga con i tuoi interlocutori ed avere piu' ampia possibilita'
di interesse.
Anche se, per la verita', per quanto concerne la mia esperienza sul
mio sito non posso dire di aver riscontrato un grande interesse,
nonostante il mio sforzo di esporre gli argomenti scientifici in modo
semplice e discorsivo puntando piu' sull'aspetto filosofico dei
problemi piuttosto che su quello scientifico.
Post by Giancarlo Niccolai
E perché no? Sarei interessato anch'io a cercare di portare avanti una
corrente di pensiero di questo tipo. Noi 3 (e gli altri che seguono il
thread) dovremmo scambiarci qualche carta...
Suggerirei sia a te sia a Stefano di ampliare i vostri siti con i temi
scientifici di vostro interesse, evidenziandone l'aspetto
filosofico-culturale.
Nel frattempo se esiste una correlazione fra la cultura orientale e le
vostre opinioni in campo scientifico, possiamo dibatterle anche qui
sul newsgroup e magari dalle discussioni nascono pure nuove idee o si
perfezionano quelle esistenti.
Da parte mia sono interessato ai fondamenti del nostro sistema delle
unita' di misura e la mia proposta e' quella di sostituire il modello
del *continuum spaziotemporale* con il mio modello del *continuum
delle accellerazioni* (la doppia elle e' voluta e non e' un errore di
sintassi...) i cui fondamenti filosofici e matematici sono esposti nel
mio sito.
Resto a disposizione qui sul newsgroup per trattare le implicazioni
che il mio modello di rappresentazione della realta' ha con la cultura
tradizionale orientale e per certi aspetti della concezione orientale
dei *mutamenti* ("Y-King) in relazione alla metrica binaria
utilizzata, nella scienza dell'Informatica, dal linguaggio di
programmazione binario dei nostri calcolatori elettronici.
Ciao.
e***@x-xclaudiopipitone.it
2003-10-19 10:39:10 UTC
Permalink
In data Mon, 13 Oct 2003 18:13:27 GMT, Giancarlo Niccolai ha scritto
sul newsgroup it.cultura.orientale:

---------------omissis---------------
Post by Giancarlo Niccolai
E visto che dobbiamo inventarci la nostra realtà, facciamolo bene. Non so se
mi ripeto, ma ho sviluppato una metodologia di analisi che va sotto il nome
di "Analisi sistemica complessa", per l'indagine dei sistemi non per ciò
che essi sono (ontologia) ma per ciò che essi producono (ontogenetica, o,
mi pare di capire, endogenesi). Si tratta di un concetto di "analisi per
emergenze", abbozzato da qualche studioso del campo (a quanto mi disse
Zanarini), ma mai portato a compimento.
Si', ti sei ripetuto...:-)
Secondo me la materia a cui si riferiscono gli argomenti che tratti
sul tuo sito, e' un po' troppo tecnica per poter essere compresa da
chi non si occupa specificamente di tali scienze e non sia aggiornato
sugli ultimi suoi sviluppi.
Pur comprendendo l'importanza che sicuramente riveste la tua tesi di
laurea e le altre ricerche tecniche a cui hai accennato sul sito (fra
l'altro il link "A sample python script" ha il puntatore che non e'
funzionante), ti confesso che non me la sono sentita di affrontare lo
sforzo di addentrarmi nel merito, non essendo materie con cui io abbia
familiarita'.
Perche' non cerchi di esporre l'argomento con tue semplici parole e
senza far riferimento a prerequisiti tecnici di conoscenza, in modo
che chiunque possa rendersi conto innanzi tutto in cosa consista la
problematica e successivamente quali siano i fondamenti ed i
presupposti della soluzione ( ad esempio se la soluzione sia del tipo
di una svolta concettuale dei fondamenti teorici, oppure
l'acquisizione di nuove tecniche e strumenti matematici e/o
scientifici di sviluppo, oppure l'introduzione di una nuova
metodologia o nuovi tecnicismi, ecc...)
Sicuramente un approccio piu' *filosofico* piuttosto che *scientifico*
dei temi di cui tratti sul tuo sito, potrebbe aprire una interazione
piu' larga con i tuoi interlocutori ed avere piu' ampia possibilita'
di interesse.
Anche se, per la verita', per quanto concerne la mia esperienza sul
mio sito non posso dire di aver riscontrato un grande interesse,
nonostante il mio sforzo di esporre gli argomenti scientifici in modo
semplice e discorsivo puntando piu' sull'aspetto filosofico dei
problemi piuttosto che su quello scientifico.
Post by Giancarlo Niccolai
E perché no? Sarei interessato anch'io a cercare di portare avanti una
corrente di pensiero di questo tipo. Noi 3 (e gli altri che seguono il
thread) dovremmo scambiarci qualche carta...
Suggerirei sia a te sia a Stefano di ampliare i vostri siti con i temi
scientifici di vostro interesse, evidenziandone l'aspetto
filosofico-culturale.
Nel frattempo se esiste una correlazione fra la cultura orientale e le
vostre opinioni in campo scientifico, possiamo dibatterle anche qui
sul newsgroup e magari dalle discussioni nascono pure nuove idee o si
perfezionano quelle esistenti.
Da parte mia sono interessato ai fondamenti del nostro sistema delle
unita' di misura e la mia proposta e' quella di sostituire il modello
del *continuum spaziotemporale* con il mio modello del *continuum
delle accellerazioni* (la doppia elle e' voluta e non e' un errore di
sintassi...) i cui fondamenti filosofici e matematici sono esposti nel
mio sito.
Resto a disposizione qui sul newsgroup per trattare le implicazioni
che il mio modello di rappresentazione della realta' ha con la cultura
tradizionale orientale e per certi aspetti della concezione orientale
dei *mutamenti* ("Y-King) in relazione alla metrica binaria
utilizzata, nella scienza dell'Informatica, dal linguaggio di
programmazione binario dei nostri calcolatori elettronici.
Ciao.

Claudio Pipitone

____________________________________________
Autore di *Endogenesi*
http://www.claudiopipitone.it/endogenesi/
LEVIMOLCAatYAHOOGROUPSdotCOM FrancoLeviATtiscaliDOTit
2016-02-03 16:22:01 UTC
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Cari amici e colleghi , spero sia di Vostro INTER esse grazie ! Beppe Ovadia FO Grilletto pescava tanti polli . Ecco come .
ISM AL Akhras SADASS i PUTINIERI PERESITI ASSADANATI CFR finanziano " Fratelli " e M5S 5 stidde e LEGA NORD BOSSICI
e NORD COREA e i Le Pen e Alba Dorata e Syriza Alba Dorata di rosso pittata | Israel - INNOCENTE ergastolano Yigàl Amìr
sparò a salve per esercitazione su incarico dello stesso Rabìn . RUBLODOTTO dei PUTINIERI manda ai BOSSICI e a FI
FORZATA Italia trentatrè obbligazioni subordinate da Russia Siria Argentina via MEXICO Svizzera . FO GRILLETTO
Dario Money MOON Ovadia & Ciurma permangono comuscisti nazimao , burattini dei TEHERUNI Ahma DINI Jihad
cameragni Molotov Ribbentrop . ISM Al AKhras SADASS i PUTINIERI PERESITI ASSADANATI ZAR CFR finanziano LEGA NORD
BOSSICI e NORD COREA e i Le Pen e Alba Dorata e Syriza Alba Dorata di rosso pittata , e 5 stidde e i " Fratelli "
non soltanto MB Moslem Brotherhood . Israel - INNOCENTE Amìr ergastolano Yigàl sparò a salve per esercitazione
su incarico dello stesso Rabìn . GRILLETTO FO Dario Money MOON Ovadia & Ciurma permangono comuscisti nazimao
burattini dei TEHERUNI Ahma DINI Jihad cameragni Molotov Ribbentrop . Suocero di Bashar ASSAD marito MORGAN atico
di ASMA è Babbo di Asma Muhammad burattinajo Al Akhras cardiologo nel London Istan uno dei due più ricchi al Mondo .
L' altro è il suo sozzzio Vlad Putin boss dei Narco$ Colombia . EL CHAPO boss Narco$ Mexico è altro burattino di loro CFR
mafia GLOCAL Comunisti Fascisti Razzisti CFR Carnefici Folgore RSI CFR Carnegie Ford RockeFeller
CFR Califfi Faraoni Raiss . MORGAN AKHRAS pirata banchiere è elemosiniere TOP del Globo . Tony Blair
è TOP mendicante alla Corte di Morgan Re Akhras Assad . Sono MORGAN Bank Of Scotland Svizzera BOSS
le banche della MondoMAFIA CFR ... Suocero di Bashar ASSAD marito MORGAN atico di ASMA
è Muhammad burattinajo Al Akhras cardiologo nel LondonIstan uno dei due più ricchi al Mondo .
L' altro è il suo sozzzio Vlad Putin boss dei Narco$ Colombia . EL CHAPO boss Narco$ Mexico è altro burattino
di loro CFR mafia GLOCAL Comunisti Fascisti Razzisti CFR Carnefici Folgore RSI CFR Carnegie Ford RockeFeller CFR
Califfi Faraoni Raiss . MORGAN AKHRAS pirata banchiere è elemosiniere TOP del Globo . Tony Blair è TOP mendicante
alla Corte di Morgan Re Akhras Assad . Sono MORGAN Bank Of Scotland Svizzera BOSS le banche di CFR MondoMAFIA ...

B"H _ For immediate release TKS ! Cari amici e colleghi , spero sia di Vostro INTER esse GRAZIE ! Israel - INNOCENTE
ergastolano Yigàl Amìr sparò a salve per esercitazione su incarico dello stesso Yitzhàk Rabìn . Mandante del crimine
è CFR PERES SHIracMON amicone di Giorgino Bordieri Sacerdoti & Ciurma . Killer sono i comuni loro amiconi Yoràm Rùbin
Eitan Haber e Carmi Gillon amiconi di Marco Barbone e di Doròn Goshen MILAN responsabile INSI CUREZZA
Comunità Ebraica Kehillàh . Qui a OPERA in galera con Rita Bernardini finfine incontro un amico che da sempre sognavo
di salutare . Sto vivendo Alice nel Paese delle Meraviglie . Qui a OPERA ho parlato col Cappellano Matto Don Guglielmo
Rev BJW Cave Bernard James William : BJWcbc @ yahoo.co.uk | Bill.James.Cave @ hmps.gsi.gov.uk |
Vice-Chairman IPCA Europe International Prison Chaplains' Association in Europe |
www.IPCAeurope.org | Ma Sudath , Sergio Lainati e Marco Barbone hanno tutto sempre fatto da soli .
Ciaolòm a todos . Salumi e caci . Vs affmo JAL MOLCA FrancoLevi @ Tiscali.it . Ho firmata la petizione |

<
https://www.change.org/p/valentinadotstellaatassociazionelucacoscionidotit-tri-voluzione-tri-boom-w-nunismo-artsenu-democrazia-glocal?recruiter=33614124&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive
| < ValentinaDOTstellaATAssociazioneLucaCoscioniDOTit: TRI voluzione TRI boom w NUNISMO Artsenu Democrazia GLOCAL |
e vorrei chiederti : aggiungi il tuo nome Grazie ! FrancoLeviATtiscaliDOTit . SHIracMON PERES CFR assassinò
MORO RABIN KENNEDY vedi anche su GOOGLE libro BOZZA TRI boom Tri Volu ZION Demo Rivolta Giudaica
HALTER nativ a congiura CFR pluto global mafia | SoS CFR SSS Svizzera Saudi Siria glocal MAFIA
CFR Carnegie Ford Rockefeller JP MORGAN Stanley Muhammad AL Akhras ASSAD sè dicente mafia ebraica
CFR comunisti fascisti razzisti NAZIMAO ILLUMINATI contro ILLUMINISTI |

w ECAT TRI voluzione refluopetrolio & F5 Fusione Fredda MagLEV LEVI tazione Magnetica W la TRI VOLU ZION W TRI BOOM
noi IMPANNELLATI dovremmo comprare almeno UNA Azione della Nuova TERCAS Cassa Di TERAMO
per salvare Abruzzo dai nuovi SISMI . Bacioni . W Marco Giacinto Corrado Passernella ,
w I TAL YA Possibile Unica Rosapugnace Valorace grasssie Buona Pasqua . Ciaolòm !
da JAL MOLCA Franco LEVI via Flli Fraschini 007 i 20142 Gratosoglio di Sotto Milan NO
I TAL YA cell 3492218113 ph 0289301262 |_

Milano OPERA 40 casa detenzione e pena A : INFO @ GMFLICK.IT ; NessunoTocchiCaino @ Arte.it ; BoninoEmma @ Yahoo.Com ;
Radical.Party @ RadicalParty.Org ; Desk @ OnuItalia.Com ; FC.Besostri @ Libero.it ... Cara ZAMPA , cari Abeli e Caini ,
qui sono a ringraziare tutti , specie Giovanni Maria Flick : nel 1980 e sgg Flick salvò le patrie galere da me .
La pena di morte ci vuole . Per ME . Così ripete coi vecchi suoi cameragni Sergio D'Elia .
Questa è occasione per capire se D-O vuole . E' qui ospite , pare , SUDATH di Sri Lanka . 21 Marzo 1998 uccise a coltellate
MI Piazza della REPUBBLICA Erica Lehrer Grego , nota cardiologa , già vicepresidente Comunità Ebraica MI : aveva capito troppo
su infiltrazione CAMORRA CFR Califfi Faraoni Re tramite Annie Di piombo ENI e GLADIO ATTORI nella mia parrocchia
Kehillàh . La posizione di Sudath si può aggravare appena salta fuori : egli fu pagato per uccidere
la Signora e agì NON di impulso preter intenzionale . La Signora beccò Sudath cuoco ubriacone
mentre per la volta N esima si inciuccava . Lo sgridò e ... La posizione potrà invece alleggerirsi se finfine
Sudath Rambukkanage Nishantha Perera si decide a ajutare GIUSTIZIA vuotando il sacco e ricostruendo i fatti che avevano portato BARBONE
Marco a assassinare 28 Maggio 1980 Walter TOBAGI mio amico e collega . La Task force lavora e presto partorirà suntino
dei dettagli da me assemblati : 500 paginette . PRIMA della morte di Walter Tobagi fui criminalizzato perchè facevo troppo baccano .
Con tipico linguaggio ebraico , il Prof Avv Giorgino Bordieri Sacerdoti dal 1978 ripete : " Franco Levi è la vera CROCE
di noi Ebrei specie di noi Presidenze " . Vicepresidente MI Kehillàh allora ( Presidente era Marcello Gironda Ovadia Moni Cantoni ) ,
Giorgino Principino del Foro e Buco ha fatta carriera . DOPO la morte di Walter Tobagi sono stato criminalizzato
perchè PRIMA avevo fatto troppo POCO baccano : " Se avessi parlato , caro JAL MOLCA Franco Levi , Tobagi
sarebbe ancora vivo " . Nzomma , grazie a Flick fui del tutto scagionato nel 1989 , ma camorra CFR prosegue sua OVRA GLOCAL .
La ditta Barbone Sereni Peres Lainati Rosenzweig Roberto Jarach Bordieri Sacerdoti CFR continua a prosperare e a perpetrare la sua OVRA
di carità pur avendo ottenuto il risultato : la ELF TOTAL distruzione di Comunità e Enti Ebraici nel Mondo todo tondo .
Sabato 19 DIC 2015 invece di andare al Tempio a pregare andai a Circo della Stampa a festa del nostro sindacato .
Federazione Nazionale Stampa Italiana FNSI Associazione Lombarda Giornalisti ALG compì 125 anni .
SUCCEDE PROPRIO QUANTO WALTER TOBAGI NON VOLEVA . Poi son venuto a carcere OPERA 40 . Ser Licio Gelli morì sereno .
Si realizza il Piano Gelli pro Rinascita ( BAATH ) democratica dell'Italia .
Quanto Tobagi NON voleva . vedi anche : www.RobertoVacca.Com , indirizzo : mc4634 @ McLink.it | FerdinandoImposimato.Blogspot.it |

KO mafia TAV scorie ! W HAR Fusione Fredda F5 ECAT Refluopetrolio elimina scorie anche nucleari W Levi tazione
Magnetica MagLev mejo de TAV
w TRI volu Zion LEVItabile Massimo Fini Mondo DEMO rivolta Giudaica HALTER nativ a congiura
CFR pluto global mafia Appunti (S)parsi :PIMY
please in my yard voglio a casa mia cacca anche atom dal GLOBO - ShiRACmon PERES assassinò
RABIN MORO TOBAGI 3 KENNEDY 3 |
| NON sempre quanto appare è quanto pulsa dentro la realtà ( Bianca Garavelli L' oscurità degli angeli ) |
| ... opera imperniata sul contrasto fra l' essere profondo e l' apparenza , nell' àmbito della personalità umana ( Mario Costa Cardòl
" Da Pirandello Berecche e la guerra a Barry Chamish ' Chi ha ucciso Yitzhàk Rabìn' " ) |
|| Roma Milan NO Napoli GLOBO w TRI boom TR I voluzione W Marco Giacinto Corrado Passernella LISTA TRIVOLUZIONE Italia Unica
Rosapugnace Valorace Possibile Civati Panino Passera Di Pietro Riccardo Magi Ignazio Marino Ambrosoli Giachetti
Luigi Manconi Luigi Compagna |
_| da FrancoLevi @ Tiscali.it grazie X tua firma alla petizione CAPOVOLGI ONU Ciaolom ! Ho lanciata la petizione Ai cittadini anti mafia :
Capovolgi Onan ISM ONU grazie X TUE cene a NUNISMO democrazia glocal e bisogno tuo ajuto per diffonderla .
Puoi prenderti 30 secondi per firmare ? Grazie ! link

|

https://www.change.org/p/valentinadotstellaatassociazionelucacoscionidotit-tri-voluzione-tri-boom-w-nunismo-artsenu-democrazia-glocal?recruiter=33614124&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive

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