Massimo
2004-04-28 08:40:32 UTC
Visto che la situazione in Thailandia sembra diventare sempre più
iinfuocata e di attualità faccio un piccolo collage di articoli, tanto
per farsi un'idea su più fonti.
Dalla Repubblica.it di oggi:
http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/esteri/taiassalti/taiassalti/taiassalti.html
I ribelli islamici hanno preso di mira caserme e sedi governative
Il premier: "Sono solo banditi, il terrorismo non c'entra"
Thailandia, separatisti all'attacco
Quasi cento morti negli scontri
BANGKOK - Almeno 98 persone sono rimaste uccise alle prime ore di oggi
negli scontri che hanno opposto guerriglieri islamici alle forze di
sicurezza e ai soldati nella parte meridionale della Thailandia.
Secondo le autorità locali le violenze sono da attribuire a dei
"separatisti islamici". In Thailandia, infatti, il 95 per cento della
popolazione è buddista, contro il cinque per cento di islamici
concentrati appunto nel sud.
Gli scontri sono iniziati alle 5.30 di questa mattina (ora locale).
Dieci posti di blocco della polizia sono stati attaccati dai
rivoltosi. Stessa sorte è toccata alle basi dell'esercito e alle sedi
governative nelle province di Pattani, Yala e Songkhla. Dura la
reazione della polizia che ha ucciso almeno 93 ribelli. Cinque soldati
o agenti di polizia hanno perso la vita. I feriti sarebbero sedici tra
le fila dell'esercito e quattro tra gli insorti.
Scontri a fuoco si sono verificati anche intorno alla moschea Kuersae
di Pattani, un edificio che i separatisti delle province meridionali a
maggioranza musulmana hanno preso a simbolo delle loro rivendicazioni
e dei loro sentimenti antigovernativi. Almeno dieci ribelli si sono
asserragliati all'interno della moschea e sono circondati dalle forze
dell'ordine.
Malgrado i gas lacrimogeni, le granate e il fuoco usato dagli agenti
per cercare di avere la meglio sui guerriglieri, questi continuano a
lanciare messaggi di sfida e hanno fatto sapere che non intendono
cedere e rinunciare a quella che hanno definito la loro jihad.
Gli attacchi di oggi non arrivano inaspettati. Sono giorni che la
polizia e l'esercito sono in stato di allerta, dopo aver ricevuto
informazioni di intelligence che avvertivano del rischio di simili
attacchi. Grazie a queste informazioni, è stato possibile far fronte
all'offensiva, sferrata da non meno di 400 uomini.
Palese il tentativo del premier Thaksin Shinawatra di minimizzare le
motivazione della rivolta: "Sono slo banditi che vogliono rubare armi
e non c'è collegamento con il terrorismo internazionale".
AsiaNews, 9 Febbraio 2004,
http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=351
Bangkok (AsiaNews) La popolazione thai è sempre più stupita delle
violenze quotidiane nel sud della Thailandia. In un paese governato da
una filosofia buddista di tolleranza, le morti causate dal
fondamentalismo islamico sembrano minare lo stesso governo della
nazione. Secondo testimonianze di alcuni sacerdoti, nel sud non si
registrano problemi per i cristiani e vi è lurgenza di educare i
giovani.
Sabato 7 febbraio un ufficiale delle forze dellordine, Abdul Rahman
Samanung (41 anni) è stato colpito a morte a Slungai Padi, un
distretto della Provincia meridionale di Narathiwat, a maggioranza
musulmana. Venerdi 6 febbraio, due uomini della sicurezza sono stati
uccisi; lo stesso giorno sempre a Slungai, due sconosciuti su un
motorino hanno aperto il fuoco contro il sergente Panya Darahim
(40anni); nei pressi della Provincia meridionale di Pattani è stato
rinvenuto il cadavere del sergente Jetsada Thongampon, ucciso a casa
sua. Due settimane prima sono stati uccisi un impiegato statale ed un
poliziotto; un tempio buddista è stato dato alle fiamme. Il mese
scorso sono stati uccisi tre monaci buddisti e due studenti musulmani.
Il governo thai attribuisce gli attacchi a militanti islamici
separatisti . Secondo il Bangkok Post, gli attacchi sono da attribuire
al gruppo Barisan Revolusi Nationale (BRN), che ha basi nascoste nella
vicina Malaysia. Già negli anni 90 vi erano cellule islamiche
fondamentaliste, smantellate poi dal governo. La serie di uccisioni
non permette al governo di togliere la legge marziale nel sud, una
richiesta avanzata dai leader musulmani della zona.
Le province meridionali sono abitate in prevalenza da musulmani, anche
se in tutto il paese a maggioranza buddista (94,8%), i musulmani sono
una minoranza (4%) . I cristiani sono una minoranza ancora più infima
(0,6%).
P.Gustav Roosens, salesiano parrocco di Yala, vive fra i musulmani del
sud da 13 anni. Non ci sono problemi fra cristiani e musulmani, dice
ad AsiaNews. Qui in Thailandia adesso si discute delleconomia del
sud, della cattiva immagine dei musulmani, ma parliamo poco dei veri
problemi che spingono alla violenza. Il vero problema del sud è che il
70% della popolazione vive nella povertà. Vi è molta disoccupazione e
i giovani non ricevono nessuna educazione. La maggior parte di essi ha
fatto appena le scuole elementari. Non cè lavoro e molti di loro
diventano soldati ma accolti sempre come gente di seconda categoria.
Essi si sentono esclusi e dimenticati da Bangkok. Questo permette ai
fuorilegge di avvicinare i giovani, fare loro il lavaggio del cervello
e offrirsi come protettori in cambio di qualche soldo. Quello che è
necessario, secondo p. Roosens, è una struttura scolastica efficiente
che permette ai giovani musulmani di trovare un lavoro: vorrei poter
aprire una scuola professionale per aiutare quei giovani.
AsiaNews, 9 Gennaio 2004, http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=236
Bangkok (AsiaNews/agenzie) Ufficiali della sicurezza nazionale hanno
dichiarato la legge marziale nel sud del paese, dopo una serie di
esplosioni e attacchi mortali nelle province di Narathiwat e Pattani.
La decisione è stata presa dopo che le autorità thai, per la prima
volta dopo decenni, hanno ammesso apertamente che vi sono operazioni
separatiste di guerriglia islamica in queste province a maggioranza
musulmana, famose anche per il turismo.
La serie di attacchi è avvenuta il 4 e il 5 gennaio scorsi.
Il 4 gennaio, 18 scuole sono state bruciate. Una di esse comprendeva
un asilo e una scuola elementare a Narathiwat. Il direttore della
Muang Narathiwat School ha detto: Gli attentatori hanno distrutto il
futuro dei nostri bambini. La Muang Narathiwat School serve 651
studenti, il 95% dei quali sono musulmani. Secondo la polizia gli
incendi alle scuole erano un diversivo per attaccare un campo militare
nelle vicinanze, da cui sono stati trafugati 100 armi da fuoco,
uccidendo 4 soldati.
Il 5 gennaio due bombe sono esplose vicino a Pattani, e due
poliziotti sono stati colpiti. Lesplosione era stata preceduta da una
serie di minacce su possibili attentati che ha costretto la polizia a
la popolazione civile a una serie di emergenze, con relative
evacuazioni degli edifici.
Gli attacchi sono attribuiti al gruppo separatista locale, i
Mujahedeen Pattani, in relazione con i Kampulan Mujahedeen Malaysia.
Entrambi fanno parte della rete terroristica regionale Jemaah
Islamiyah, che ha forti legami con al Qaeda.
Il gen. Kitti Rattanachaya, ex comandante della provincia del sud,
afferma che lefficiente coordinazione degli attacchi suggerisce che
gli autori hanno avuto assistenza professionale da parte di qualche
gruppo legato ad al-Qaeda. Penso che questi gruppi siano legati, ha
detto il generale (ora in pensione). Essi si conoscono molto bene.
Sono stati commilitoni nella guerra in Afghanistan.
La legge marziale è stata decretata nelle zone più a rischio di
rivolta islamica, le province di Narathiwat, Pattani, Yala. La legge
marziale permette allesercito di attuare perquisizioni e controlli su
strade, scuole, edifici pubblici e altri luoghi sospetti. Finora però
vi è dispiego di truppe nelle maggiori città nè si è messo in atto
alcun coprifuoco. Ma la polizia ha già arrestato 30 persone. Fra
questi vi sono anche due insegnanti musulmani, sospettati di aver
appiccato lincendio nelle scuole.
Il 6 gennaio il Primo Ministro Thaksin Shinawatra ha dichiarato che le
violenze dei giorni scorsi sono opera di gruppi islamici separatisti,
con doppia cittadinanza, thai e malaysiana. Questo permette loro di
attraversare la frontiera della Malaysia con molta facilità e di
trovare rifugio in casa di parenti o amici..
I leader delle comunità musulmane thai, escludono ogni responsabilità
della comunità islamica locale e hanno chiesto al governo di non
rispondere con misure forti. Una reazione dura di Bangkok rischia di
allontanare turismo e investimenti stranieri dallarea, dove vi sono
molti paradisi di vacanze.
Il capo della polizia, gen. San Sarutanon, ha dichiarato ai
giornalisti che i militanti vogliono colpire altre zone del paese,
almeno 12 regioni, compresa Bangkok.
La Thailandia con 60 milioni di persone, è al 95% buddista. Solo il 4
% sono musulmani, concentrati per la maggior parte nel sud, nella zona
di Pattani. L80% di essi sono musulmani di discendenza etnica malay
iinfuocata e di attualità faccio un piccolo collage di articoli, tanto
per farsi un'idea su più fonti.
Dalla Repubblica.it di oggi:
http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/esteri/taiassalti/taiassalti/taiassalti.html
I ribelli islamici hanno preso di mira caserme e sedi governative
Il premier: "Sono solo banditi, il terrorismo non c'entra"
Thailandia, separatisti all'attacco
Quasi cento morti negli scontri
BANGKOK - Almeno 98 persone sono rimaste uccise alle prime ore di oggi
negli scontri che hanno opposto guerriglieri islamici alle forze di
sicurezza e ai soldati nella parte meridionale della Thailandia.
Secondo le autorità locali le violenze sono da attribuire a dei
"separatisti islamici". In Thailandia, infatti, il 95 per cento della
popolazione è buddista, contro il cinque per cento di islamici
concentrati appunto nel sud.
Gli scontri sono iniziati alle 5.30 di questa mattina (ora locale).
Dieci posti di blocco della polizia sono stati attaccati dai
rivoltosi. Stessa sorte è toccata alle basi dell'esercito e alle sedi
governative nelle province di Pattani, Yala e Songkhla. Dura la
reazione della polizia che ha ucciso almeno 93 ribelli. Cinque soldati
o agenti di polizia hanno perso la vita. I feriti sarebbero sedici tra
le fila dell'esercito e quattro tra gli insorti.
Scontri a fuoco si sono verificati anche intorno alla moschea Kuersae
di Pattani, un edificio che i separatisti delle province meridionali a
maggioranza musulmana hanno preso a simbolo delle loro rivendicazioni
e dei loro sentimenti antigovernativi. Almeno dieci ribelli si sono
asserragliati all'interno della moschea e sono circondati dalle forze
dell'ordine.
Malgrado i gas lacrimogeni, le granate e il fuoco usato dagli agenti
per cercare di avere la meglio sui guerriglieri, questi continuano a
lanciare messaggi di sfida e hanno fatto sapere che non intendono
cedere e rinunciare a quella che hanno definito la loro jihad.
Gli attacchi di oggi non arrivano inaspettati. Sono giorni che la
polizia e l'esercito sono in stato di allerta, dopo aver ricevuto
informazioni di intelligence che avvertivano del rischio di simili
attacchi. Grazie a queste informazioni, è stato possibile far fronte
all'offensiva, sferrata da non meno di 400 uomini.
Palese il tentativo del premier Thaksin Shinawatra di minimizzare le
motivazione della rivolta: "Sono slo banditi che vogliono rubare armi
e non c'è collegamento con il terrorismo internazionale".
AsiaNews, 9 Febbraio 2004,
http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=351
Bangkok (AsiaNews) La popolazione thai è sempre più stupita delle
violenze quotidiane nel sud della Thailandia. In un paese governato da
una filosofia buddista di tolleranza, le morti causate dal
fondamentalismo islamico sembrano minare lo stesso governo della
nazione. Secondo testimonianze di alcuni sacerdoti, nel sud non si
registrano problemi per i cristiani e vi è lurgenza di educare i
giovani.
Sabato 7 febbraio un ufficiale delle forze dellordine, Abdul Rahman
Samanung (41 anni) è stato colpito a morte a Slungai Padi, un
distretto della Provincia meridionale di Narathiwat, a maggioranza
musulmana. Venerdi 6 febbraio, due uomini della sicurezza sono stati
uccisi; lo stesso giorno sempre a Slungai, due sconosciuti su un
motorino hanno aperto il fuoco contro il sergente Panya Darahim
(40anni); nei pressi della Provincia meridionale di Pattani è stato
rinvenuto il cadavere del sergente Jetsada Thongampon, ucciso a casa
sua. Due settimane prima sono stati uccisi un impiegato statale ed un
poliziotto; un tempio buddista è stato dato alle fiamme. Il mese
scorso sono stati uccisi tre monaci buddisti e due studenti musulmani.
Il governo thai attribuisce gli attacchi a militanti islamici
separatisti . Secondo il Bangkok Post, gli attacchi sono da attribuire
al gruppo Barisan Revolusi Nationale (BRN), che ha basi nascoste nella
vicina Malaysia. Già negli anni 90 vi erano cellule islamiche
fondamentaliste, smantellate poi dal governo. La serie di uccisioni
non permette al governo di togliere la legge marziale nel sud, una
richiesta avanzata dai leader musulmani della zona.
Le province meridionali sono abitate in prevalenza da musulmani, anche
se in tutto il paese a maggioranza buddista (94,8%), i musulmani sono
una minoranza (4%) . I cristiani sono una minoranza ancora più infima
(0,6%).
P.Gustav Roosens, salesiano parrocco di Yala, vive fra i musulmani del
sud da 13 anni. Non ci sono problemi fra cristiani e musulmani, dice
ad AsiaNews. Qui in Thailandia adesso si discute delleconomia del
sud, della cattiva immagine dei musulmani, ma parliamo poco dei veri
problemi che spingono alla violenza. Il vero problema del sud è che il
70% della popolazione vive nella povertà. Vi è molta disoccupazione e
i giovani non ricevono nessuna educazione. La maggior parte di essi ha
fatto appena le scuole elementari. Non cè lavoro e molti di loro
diventano soldati ma accolti sempre come gente di seconda categoria.
Essi si sentono esclusi e dimenticati da Bangkok. Questo permette ai
fuorilegge di avvicinare i giovani, fare loro il lavaggio del cervello
e offrirsi come protettori in cambio di qualche soldo. Quello che è
necessario, secondo p. Roosens, è una struttura scolastica efficiente
che permette ai giovani musulmani di trovare un lavoro: vorrei poter
aprire una scuola professionale per aiutare quei giovani.
AsiaNews, 9 Gennaio 2004, http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=236
Bangkok (AsiaNews/agenzie) Ufficiali della sicurezza nazionale hanno
dichiarato la legge marziale nel sud del paese, dopo una serie di
esplosioni e attacchi mortali nelle province di Narathiwat e Pattani.
La decisione è stata presa dopo che le autorità thai, per la prima
volta dopo decenni, hanno ammesso apertamente che vi sono operazioni
separatiste di guerriglia islamica in queste province a maggioranza
musulmana, famose anche per il turismo.
La serie di attacchi è avvenuta il 4 e il 5 gennaio scorsi.
Il 4 gennaio, 18 scuole sono state bruciate. Una di esse comprendeva
un asilo e una scuola elementare a Narathiwat. Il direttore della
Muang Narathiwat School ha detto: Gli attentatori hanno distrutto il
futuro dei nostri bambini. La Muang Narathiwat School serve 651
studenti, il 95% dei quali sono musulmani. Secondo la polizia gli
incendi alle scuole erano un diversivo per attaccare un campo militare
nelle vicinanze, da cui sono stati trafugati 100 armi da fuoco,
uccidendo 4 soldati.
Il 5 gennaio due bombe sono esplose vicino a Pattani, e due
poliziotti sono stati colpiti. Lesplosione era stata preceduta da una
serie di minacce su possibili attentati che ha costretto la polizia a
la popolazione civile a una serie di emergenze, con relative
evacuazioni degli edifici.
Gli attacchi sono attribuiti al gruppo separatista locale, i
Mujahedeen Pattani, in relazione con i Kampulan Mujahedeen Malaysia.
Entrambi fanno parte della rete terroristica regionale Jemaah
Islamiyah, che ha forti legami con al Qaeda.
Il gen. Kitti Rattanachaya, ex comandante della provincia del sud,
afferma che lefficiente coordinazione degli attacchi suggerisce che
gli autori hanno avuto assistenza professionale da parte di qualche
gruppo legato ad al-Qaeda. Penso che questi gruppi siano legati, ha
detto il generale (ora in pensione). Essi si conoscono molto bene.
Sono stati commilitoni nella guerra in Afghanistan.
La legge marziale è stata decretata nelle zone più a rischio di
rivolta islamica, le province di Narathiwat, Pattani, Yala. La legge
marziale permette allesercito di attuare perquisizioni e controlli su
strade, scuole, edifici pubblici e altri luoghi sospetti. Finora però
vi è dispiego di truppe nelle maggiori città nè si è messo in atto
alcun coprifuoco. Ma la polizia ha già arrestato 30 persone. Fra
questi vi sono anche due insegnanti musulmani, sospettati di aver
appiccato lincendio nelle scuole.
Il 6 gennaio il Primo Ministro Thaksin Shinawatra ha dichiarato che le
violenze dei giorni scorsi sono opera di gruppi islamici separatisti,
con doppia cittadinanza, thai e malaysiana. Questo permette loro di
attraversare la frontiera della Malaysia con molta facilità e di
trovare rifugio in casa di parenti o amici..
I leader delle comunità musulmane thai, escludono ogni responsabilità
della comunità islamica locale e hanno chiesto al governo di non
rispondere con misure forti. Una reazione dura di Bangkok rischia di
allontanare turismo e investimenti stranieri dallarea, dove vi sono
molti paradisi di vacanze.
Il capo della polizia, gen. San Sarutanon, ha dichiarato ai
giornalisti che i militanti vogliono colpire altre zone del paese,
almeno 12 regioni, compresa Bangkok.
La Thailandia con 60 milioni di persone, è al 95% buddista. Solo il 4
% sono musulmani, concentrati per la maggior parte nel sud, nella zona
di Pattani. L80% di essi sono musulmani di discendenza etnica malay