Alessandro Selli
2006-05-06 11:40:31 UTC
Mi sembra ovvio che a far conoscere al pubblico italiano uno dei
massimi poeti persiani islamici (sufi) sia un ebreo bulgaro, Moni
Ovadia.
http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/fiera-del-libro-torino/testi-eretici/testi-eretici.html
[...]
Il secondo è la traduzione italiana che mancava da decenni di un'opera
che viene giustamente considerata in una buona parte del pianeta che ha
potuto leggerla patrimonio dell'umanità (per molti un dono di Dio): Il
Mathnawi, la grande opera mistica e poetica del maestro sufi Jalal al
Din Rumi, una delle voci più grandi dell'Islam e del pensiero religioso
della storia.
Se, come sostiene Gabriele Mandel che ha curato la traduzione del
Mathnavi, nulla avviene per caso e ogni coincidenza va guardata con
stupore e fiducia, trovare nello stesso giorno e nello stesso posto, al
Lingotto, due eventi così simili, merita qualche riflessione. Almeno
una: prima non avevamo né questo importante documento scritto in
un'epoca in cui il cristianesimo prendeva forma né quest'opera poetica
smisurata composta di sei volumi e che per la cultura persiana, turca e
araba rappresenta quello che per noi rappresenta la Divina Commedia. Ora
li abbiamo.
Cominciamo da Rumi. Dice Moni Ovadia tenendo in mano uno dei volumi di
provare a fare un esperimento: "Aprite il libro a caso e leggete con
calma. Capirete che cosa è questa luce d'amore che si sprigiona da
quello che è il cuore profondo dell'Islam. Sentirete come l'amore di Dio
si può raggiungere solo attraverso l'amore degli uomini, sentirete la
pietas e la magnanimità che scorrono in queste pagine". "E
dimenticherete - conclude - tutte le stupidaggini che si dicono oggi nei
confronti dell'Islam e l'estrema confusione tra un messaggio religioso e
il fanatismo di chi cerca soltanto il potere per dominare gli uomini
perché non sa vivere al loro fianco né a fianco di se stesso".
Proviamo: "Sai perché lo specchio della tua anima non riflette più
nulla? Perché dalla sua superficie non è stata tolta la ruggine".
Ancora, rivolto a Dio: "Ma tu hai detto: 'Pur se io conosco il tuo
segreto, rendilo tuttavia evidente con la tua azione". Ancora, parlando
della lotta contro il proprio ego: "E' facile spezzare un idolo,
facilissimo, ma considerare che l'io è arrendevole è follia, follia.
Figlio mio, se vuoi conoscere cos'è l'io, leggi la storia dell'inferno
con le sue sette porte". Questa è la voce di uno dei più grandi spiriti
dell'umanità, quello che fu chiamato il San Francesco dell'Islam e al
quale, ma questa è solo un'altra delle coincidenze di cui parla Mandel,
l'Unesco l'anno prossimo dedicherà dodici mesi di celebrazioni. Dobbiamo
ringraziare Bompiani che non solo ha colmato un vuoto nella cultura
italiana, ma è riuscita a contenere il prezzo (46 euro).
massimi poeti persiani islamici (sufi) sia un ebreo bulgaro, Moni
Ovadia.
http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/fiera-del-libro-torino/testi-eretici/testi-eretici.html
[...]
Il secondo è la traduzione italiana che mancava da decenni di un'opera
che viene giustamente considerata in una buona parte del pianeta che ha
potuto leggerla patrimonio dell'umanità (per molti un dono di Dio): Il
Mathnawi, la grande opera mistica e poetica del maestro sufi Jalal al
Din Rumi, una delle voci più grandi dell'Islam e del pensiero religioso
della storia.
Se, come sostiene Gabriele Mandel che ha curato la traduzione del
Mathnavi, nulla avviene per caso e ogni coincidenza va guardata con
stupore e fiducia, trovare nello stesso giorno e nello stesso posto, al
Lingotto, due eventi così simili, merita qualche riflessione. Almeno
una: prima non avevamo né questo importante documento scritto in
un'epoca in cui il cristianesimo prendeva forma né quest'opera poetica
smisurata composta di sei volumi e che per la cultura persiana, turca e
araba rappresenta quello che per noi rappresenta la Divina Commedia. Ora
li abbiamo.
Cominciamo da Rumi. Dice Moni Ovadia tenendo in mano uno dei volumi di
provare a fare un esperimento: "Aprite il libro a caso e leggete con
calma. Capirete che cosa è questa luce d'amore che si sprigiona da
quello che è il cuore profondo dell'Islam. Sentirete come l'amore di Dio
si può raggiungere solo attraverso l'amore degli uomini, sentirete la
pietas e la magnanimità che scorrono in queste pagine". "E
dimenticherete - conclude - tutte le stupidaggini che si dicono oggi nei
confronti dell'Islam e l'estrema confusione tra un messaggio religioso e
il fanatismo di chi cerca soltanto il potere per dominare gli uomini
perché non sa vivere al loro fianco né a fianco di se stesso".
Proviamo: "Sai perché lo specchio della tua anima non riflette più
nulla? Perché dalla sua superficie non è stata tolta la ruggine".
Ancora, rivolto a Dio: "Ma tu hai detto: 'Pur se io conosco il tuo
segreto, rendilo tuttavia evidente con la tua azione". Ancora, parlando
della lotta contro il proprio ego: "E' facile spezzare un idolo,
facilissimo, ma considerare che l'io è arrendevole è follia, follia.
Figlio mio, se vuoi conoscere cos'è l'io, leggi la storia dell'inferno
con le sue sette porte". Questa è la voce di uno dei più grandi spiriti
dell'umanità, quello che fu chiamato il San Francesco dell'Islam e al
quale, ma questa è solo un'altra delle coincidenze di cui parla Mandel,
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Alessandro Selli
http://alessandro.route-add.net
AVVERTENZA: i messaggi inviati a "trappola" non mi arriveranno.
WARNING: messages sent to "trappola" will never reach me.
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